Le condizioni fisiche e psicologiche di Marc Marquez sono uno dei temi più spinosi per la Honda che oggi si ritrova a non avere un pilota da Mondiale e teme anche per il futuro. D’altronde, nonostante le risposte positive del suo fisico all’operazione, come confermato dai medici, il calvario di Marc è ancora tutto da decifrare e si fa fatica a capire le tempistiche per il suo ritorno in gara.

Quello che è certo è che Marquez non farà mosse affrettate e per quanto possano esserci feedback positivi, il pilota spagnolo non tornerà in pista se non quando sarà sicuro di essere al 100%. Proprio su questo tema è intervento il suo manager Emilio Alzamora che ha raccontato le giornate di Marc:

Si riposa dopo l’ultima operazione, i medici sono molto soddisfatti del risultato dell’intervento. L’obiettivo di correggere l’iperrotazione dell’omero è stato raggiunto. Questa operazione è fondamentale per il resto della sua carriera. Sta facendo di tutto per poter guidare al 100% e raggiungere l’obiettivo di lottare ancora per il titolo mondiale.

Alzamora e Puig parlano delle condizioni di Marc Marquez

Naturalmente, il fatto che gli stimoli siano positivi inducono tutti a domandarsi se ci siano già programmi per il ritorno. Il tema più caldo in questo caso riguarda non tanto i tifosi o il pilota stesso quanto più la casa giapponese: Honda difatti ha necessità di ritrovare qualcuno alla guida in grado di portare avanti lo sviluppo della moto oltre che a tentare di vincere il Motomondiale.

Ancora una volta è stato Alzamora a chiarire la situazione attuale:

Quest’anno era impossibile con questo problema. Quanto tempo ci mette a riprendersi? Decideranno lui e i medici. Non appena Marc sarà sicuro di poter risalire sulla Honda, sarà il momento. Ovviamente, l’infortunio è durato più a lungo del previsto. Honda sta lavorando per risolvere i problemi della moto perché il marchio vuole lottare per il mondiale.

A queste parole hanno fatto eco quelle di Alberto Puig, team manager Honda:

Marc Marquez è infortunato da due anni, non è stato in grado di sviluppare la moto. Ecco perché abbiamo grossi problemi. Nella storia delle corse abbiamo sempre puntato su un solo pilota. Ora, forse per la prima volta, abbiamo riscontrato problemi con questo sistema.