Il movimento torna a riunirsi in un incontro fiume prima del discorso del leader che non fa alcun passo indietro. “Il premier si assuma le responsabilità delle sue scelte. Il nostro non voto non era contro la fiducia ma una reazione alle umiliazioni subite”

Crisi governo pd
Il leader del Movimento Cinque Stelle Giuseppe Conte (foto Ansa)

E’ terminata l’assemblea congiunta dei parlamentari del Movimento 5 Stelle con il presidente Giuseppe Conte che non ha fatto alcun passo indietro rispetto a quanto aveva dichiarato due giorni fa quando è scoppiata la crisi. La riunione, come era già stato preannunciato. proseguirà domenica mattina alle ore 10.

Per il leader del Movimento non cambia nulla. “Il nostro no non era alla fiducia ma una reazione alle umiliazioni subite“, dice il presidente del M5S, Giuseppe Conte, in streaming dalla sua pagina Facebook prima dell’assemblea congiunta dei parlamentare grillini. Per poi sentenziare: “Senza risposte chiare e se non ci verrà garantito rispetto, il M5S non potrà condividere una responsabilità diretta di governo“.

Il M5S rischia altre scissioni

Per Giuseppe Conte non è che ci siano mezze parole o dubbi, lui va avanti per la sua strada senza alcun problema a voltarsi indietro: “In altre parole: senza risposte chiare da Draghi al documento che contiene le nove richieste dei grillini, il Movimento sarà fuori da governo“. E fin qui le parole del leader, ma i problemi sono altri o meglio rischiano di diventare altri e molto più seri.

Il Movimento, infatti, è sempre più spaccato, la scelta di ritirare o meno la propria delegazione dal governo ha creato divisioni e parecchie tensioni, tanto che potrebbe esserci una nuova e clamorosa scissione con una trentina di parlamentari pro-Draghi pronti a votare la fiducia al governo. E chissà, magari, passare con Di Maio. Si vedrà.

Intanto, Enrico Letta lavora per ricucire la situazione, anche se la sua sembra un’azione disperata e chiama a raccolta tutti, soprattutto il M5S “perché sia della partita mercoledì, con la voglia di rilanciare“. Intanto Forza Italia non ci sta e con Antonio Tajani va giù duro: “Se non ci sarà un altro governo Draghi senza i 5S si tornerà a votare“. La Meloni e, forse, Salvini soffiano e spingono in questa direzione. Berlusconi ancora non si è capito.