11 sindaci di importanti metropoli italiane hanno scritto una lettera firmata diretta al Governo, dunque indirizzata sia al premier dimissionario Mario Draghi che alle forze politiche di maggioranza, esprimendo il pensiero delle realtà comunali più rappresentative d’Italia.

Tra i sindaci che si appellano al governo ci sono Sala e Gualtieri

Roma, Milano, Firenze, Venezia, Genova, Bari, Ravenna, Bergamo, Torino, Pesaro e Asti. 11 città capoluogo i cui sindaci hanno siglato una lettera aperta diretta all’intero Governo, Mario Draghi incluso. Il messaggio è semplice e diretto: no alla fine anticipata della legislatura, e a dirlo sono sindaci di schieramenti politici opposti (naturalmente nessuno di loro è espressione del Movimento 5 Stelle). L’incipit si rivolge ai partiti, con una stoccata diretta al M5s:

Con incredulità e preoccupazione assistiamo alla proclamazione della crisi di Governo provocata da comportamenti irresponsabili di una parte della maggioranza. Le nostre città, costrette a uno sforzo economico e sociale inedito per fronteggiare le ricadute della pandemia e della guerra in Ucraina, non possono permettersi di affrontare in questo momento una crisi che profuma di immobilismo e divisione laddove ora servono azione, credibilità, serietà.

Poi ecco l’appello più diretto a Mario Draghi:

Il Presidente Draghi ha rappresentato fin qui in maniera autorevole il nostro Paese sulla scena internazionale, dimostrando una volta di più grande dignità e statura, politica e istituzionale. Ha scelto con ammirevole coraggio e rigore di non accontentarsi della fiducia numerica ottenuta in Aula ma di pretendere la sincera e leale fiducia politica di tutti i partiti che lo hanno sostenuto dall’inizio. Noi Sindaci chiediamo a Mario Draghi di andare avanti e spiegare al Parlamento le ragioni valide che impongono di proseguire l’azione di governo.

Infine, il destinatario torna a essere la maggioranza di Governo:

Allo stesso modo chiediamo con forza a tutte le forze politiche in Parlamento che hanno dato vita alla larga maggioranza nel febbraio 2021 di pensare al bene comune e di anteporre l’interesse del Paese ai propri problemi interni. Ciascuna di esse ha il dovere di completare fino in fondo il lavoro iniziato in un momento cruciale per la vita delle famiglie e delle imprese italiane. Se non dovessero farlo si assumerebbero una responsabilità storica davanti all’Italia e all’Europa e di fronte alle future generazioni. Ora più che mai abbiamo bisogno di stabilità, certezze e coerenza per continuare la trasformazione delle nostre città ,perché senza la rinascita di queste non rinascerà neanche l’Italia