Matteo Renzi versus Giuseppe Conte, atto secondo: il leader di Italia Viva va al raddoppio e mira a sottrarre al suo acerrimo rivale in politica anche il pilastro per eccellenza del suo statuto: il reddito di cittadinanza. Lo annuncia l’ex premier nell’Assemblea generale di Italia Viva, che si è tenuta questa mattina a Roma.

La cultura grillina, unita a quella della sinistra radicale, ha trasformato il lavoro in assistenzialismo. Noi siamo il partito del lavoro, per cui martedì mattina saremo in Cassazione per depositare il quesito referendario sull’abolizione del reddito di cittadinanza

Matteo Renzi, leader di Italia Viva

Già nei giorni scorsi Luigi Marattin aveva garantito alla stampa che Italia Viva avrebbe riprovato a presentare la proposta referendaria dopo il primo fallimento.

Crisi di governo, per Renzi il reddito di cittadinanza è una questione di principio

Matteo Renzi si prende il palcoscenico della crisi di governo e promette “vendetta” sul campo politico a Giuseppe Conte, annunciando di voler presentare in Cassazione un referendum per abolire il reddito di cittadinanza, ossia il caposaldo del programma M5s. Uno dei cardini del programma grillino che sarebbe inoltre citato nel famoso documento che Conte ha consegnato a Mario Draghi in occasione del primo incontro a Palazzo Chigi di dieci giorni fa.

E’ questo il passaggio saliente dell’Assemblea generale di Italia Viva a Roma, per discutere della crisi di governo. Ma più che esporre l’idea del partito, chiara già da diversi giorni, il raduno diventa l’occasione per lanciare messaggi a personaggi precisi:

Italia Viva non sta a guardare la catastrofe generata da Giuseppe Conte e dal M5S. Chiediamo a Draghi di andare avanti e lo ripeteremo fino a mercoledì. Ma se non ci saranno le premesse per continuare la legislatura, allora saremo pronti per andare al voto. Io faccio un appello alla responsabilità a tutte le forze politiche e anche allo stesso Mario Draghi, abbiamo tre giorni per fare il possibile affinché si vada avanti. Abbiamo inoltre lanciato una petizione per chiedere a Draghi di restare. L’obiettivo era 50.000 firme, ma vogliamo arrivare a 100.000 per far sentire la nostra vicinanza al presidente del Consiglio

Tra gli appellativi che il politico fiorentino ha rivolto all’avvocato foggiano si aggiunge anche “Avvocaticchio”, dopo averlo definito un “clown”, uno “stagista” e soprannominato “Sor Tentenna”. Poi è il turno del Partito Democratico e di Enrico Letta, sicuramente in difficoltà rispetto ai suoi propositi di creare un campo progressista con i grillini:

Chi alle elezioni andrà con il M5s, andrà senza di noi. Non so se il Movimento 5 Stelle arriverà integro alle elezioni, in ogni caso ci arriverà senza di noi Se il Pd vorrà inseguire i populisti faccia pure, noi con la scissione abbiamo salvato la nostra anima e la nostra dignità.

Nel frattempo, Conte rilancia l’utilità del Reddito di Cittadinanza, prevedendo però un aggiornamento sul suo funzionamento, non spiegando nel dettaglio cosa avrebbe in mente il leader del Movimento 5 Stelle. Attualmente, l’ex Premier, ha altri problemi dopo le vicende legate alla crisi di governo con le dimissioni annunciate (e respinte) di Mario Draghi.