In questi tempi, per chi si cimenta nell’universo politico, ci si chiede perché si dica “campo largo” e che cosa si intende quando si cita questo lemma. La spiegazione dietro a questo modo di dire è abbastanza semplice, oltre ad avere un chiaro riflesso nel contesto fotografico con il diverso “campo lungo”. Partiamo però dalle origini: per “campo largo” si intende il progetto partente del Partito Democratico di Enrico Letta di estendere il proprio raggio d’azione coinvolgendo altri partiti per rafforzare la coalizione di centrosinistra. L’obiettivo dell’allargamento, nel corso del tempo, ha visto coinvolti “Azione” di Carlo Calenda, “Italia Viva” di Matteo Renzi – ex segretario del Partito Democratico – o, motivo di discordia in questi giorni, il “Movimento Cinque Stelle” di Giuseppe Conte.
Campo lungo o largo che sia, il concetto ha un valore cardine nella fotografia. In politica, invece, per “campo largo” si intende una mira di ampliamento, una volontà di estendere un campo di movimento a altre forze politiche simili, vicine o attigue al partito di partenza, in questo caso il Partito Democratico. D’altronde, per la sua praticità, il campo largo deve essere fatto di intese e di vicinanza anche nella diversità di opinioni. Per questo motivo in questi giorni si è discusso molto della tenuta del sistema, per alcuni non in grado di reggere la pressione delle forze dell’opposizione o per la mancanza di opinioni comuni dentro lo stesso “campo largo”.
Il campo largo e le parole dei politici
Sul perché del campo largo, in questi mesi, si sono espressi in tanti. Tra questi ci sono le parole del ministro della Salute Roberto Speranza, che sul perché tutto ciò sia in difficoltà si esprime così: “Credo che queste ore debbano portarci a sciogliere tutti i nodi. Credo che il presidente del Consiglio abbia voluto porre una grande questione di chiarezza, ho massima fiducia nel percorso indicato dal presidente della Repubblica. Credo che sia giustissimo il passaggio parlamentare, l’auspicio è che gli interessi del Paese vengano prima di ogni altra cosa”.
Netto anche il ministro del Lavoro Andrea Orlando, secondo cui tutto “nasce se si accentua un messaggio di carattere sociale”. Sul tema anche Piero Fassino, presidente della commissione Affari esteri della Camera: “Siamo contrari a qualsiasi forma di esclusione delle forze che costituiscono l’attuale maggioranza, a partire dai 5Stelle che in Parlamento continua a essere il primo gruppo. L’Italia ha bisogno di un governo in grado di funzionare nella pienezza dei poteri e con il consenso parlamentare più ampio”.