L’Arera, Autorità di regolazione per energia reti e ambiente, ha pubblicato la Relazione Annuale in merito alle principali componenti energetiche del Paese, riferito al 2021 e dunque neutro su tutto ciò che sta accadendo negli ultimi mesi. In particolare, si ravvisano due tendenze opposte sul fronte del gas: da un lato ne consumiamo sempre di più (+8,1% sul 2020), dall’altro ne produciamo sempre di meno (-16,7%, in generale anche l’Europa registra una perdita del 3%).
Energia, Arera pone l’accento sulla situazione del gas
L’Arera, principale organo di riferimento in materia di energia, ha diffuso sui propri canali la Relazione Annuale del 2021. Contestualmente, il presidente Stefano Besseghini interveniva in Aula per illustrare i dati e presentare le prospettive su ciò che ci attende nel futuro prossimo. Ecco il suo esordio:
In questo contesto di emergenza prosegue con attenzione il percorso verso il superamento delle tutele di prezzo per le famiglie. Traguardato il termine del regime di maggior tutela elettrico per le piccole imprese nel giugno 2021 (accompagnate verso il mercato libero con il servizio a tutele graduali di cui torneremo a parlare più avanti) le prossime tappe riguarderanno, sempre per la fine tutela nell’elettrico: a gennaio 2023 le microimprese e artigiani e a gennaio 2024 i domestici.
Stefano Besseghini, presidente Arera
Poi una considerazione per l’autunno:
Già a partire dal prossimo autunno vivremo momenti delicati, quando i consumi domestici di gas, già oggi in crescita, aumenteranno considerevolmente. Servirà essere pronti, occorreranno le quantità necessarie disponibili dagli stoccaggi e dalle nuove rotte di approvvigionamento tracciate nei mesi scorsi. Dal mio punto vista attuerei sin da subito una forte sensibilizzazione sul tema del risparmio energetico, in modo che tutti possiamo contribuire con le nostre scelte quotidiane a far fronte alla difficile situazione che si sta sempre più prospettando a causa della crisi tra Russia e Ucraina.
Stefano Besseghini, presidente Arera
Rispetto agli oltre 74 miliardi di metri cubi di gas richiesti, l’Italia ne estrae dal proprio sottosuolo circa 3,3: poco meno del 5%, il che presuppone una forte dipendenza dalle importazioni estere (+0,7% su base annuale). Inoltre, i prelievi sono risultati decisamente superiori agli stoccaggi, un’altra notizia che rischia di preoccupare in vista della stagione fredda. Sul fronte delle bollette del gas, le famiglie italiane pagano il 12% in più della media Ue, mentre le imprese il 13% in meno, assetto che si ribalta in tema di elettricità. Infine, per quanto riguarda le fonti, rimane marcato il vantaggio del termoelettrico (49%) sulle rinnovabili (40%). Il numero uno di Arera si dimostra assai schietto nelle sue valutazioni:
I prezzi dell’energia ai massimi storici, la siccità crescente e una situazione economica incerta sono elementi che mettono alla prova la resistenza delle famiglie e la competitività del nostro sistema industriale. Come Arera ci impegneremo maggiormente a fare continue valutazioni atte a fornire dati e strumenti di rapida applicazione. Tuttavia, è innegabile che le difficoltà di approvvigionamento del gas rischiano di far saltare i contratti in essere, pertanto serve studiare un piano specifico sulle modalità di erogazione. In breve, direi che uno scenario come quello attuale è assolutamente insostenibile nel lungo periodo
Stefano Besseghini, presidente Arera