Il gruppo editoriale Rcs e il fondo d’investimenti americano Blackstone chiudono la controversia legata all’immobile di via Solferino, sede del Corriere della Sera, della Gazzetta dello Sport e di Cassa Depositi e Prestiti (Cdp).

Rcs-Blackstone, alla fine la spunta il fondo americano

Dopo 9 anni di tira e molla Rcs e Blackstone scrivono la parola fine a un lungo braccio di ferro sulla proprietà dell’immobile di via Solferino a Milano, in zona Moscova, sede di alcuni dei quotidiani più venduti in Italia. Grazie all’intermediazione del player immobiliare Kryalos Sgr, le parti hanno raggiunto un accordo che prevede un esborso totale da parte della società di Urbano Cairo pari a 70 milioni di euro: 10 come risarcimento a Blackstone per le spese sostenute e 60 per l’acquisizione del palazzo che ospita il Corriere della Sera.

La storia giudiziaria risale allo scorso 2013, quando Blackstone si era accaparrato il palazzo per la cifra di 120 milioni di euro, una cifra estremamente vantaggiosa ottenuta in virtù dei problemi finanziari del gruppo Rcs in quel momento. Cairo aveva sempre dichiarato illegittima tale cessione, appellandosi in ogni sede possibile. Anche il fondo americano si era tutelato a New York reclamando 600 milioni di euro, di cui la metà direttamente dalla figura di Cairo stesso. Il duello in Aula ha visto battersi alcuni tra i migliori avvocati a livello nazionale e internazionale, prima del lieto fine di oggi che rende superflua del deadline del 25 luglio entro cui i giudici americani avrebbero dovuto pronunciarsi.

Fonti vicine a Urbano Cairo parlano di soddisfazione per il raggiungimento del deal, quando ormai anche lo stesso presidente di Rcs Mediagroup sembrava rassegnato ad accettare il verdetto della Corte milanese solo qualche giorno fa, alla presentazione dei palinsesti televisivi di La7. All’annuncio dell’Agreement, il titolo ha cominciato a volare in Borsa a Piazza Affari registrando un rimbalzo fino al 20%.