Drammatico caso di cronaca a Prato, dove una madre, incinta al momento dell’episodio, avrebbe trasmesso suo malgrado una grave infezione batterica al proprio figlio, neonato da poche settimane, attraverso l’assunzione di cibi mal conservati e dubbia provenienza.

L’Ospedale e l’Asl di Prato sono intervenuti con grande rapidità

Dopo una laboriosa indagine condotta dall’Asl di Prato e dalle forze dell’ordine, ecco la triste e amara verità: una madre avrebbe trasmesso una grave infezione batterica al proprio figlio dopo aver assunto dei cibi di pesce mal conservati e di dubbia provenienza.

Teatro dell’incidente è un ristorante di Sesto Fiorentino, pochi chilometri da Prato, quando la donna era ancora incinta. La scoperta arriva però poche settimane dopo la nascita del bambino, che rimane ricoverato in terapia intensiva all’ospedale di Prato. Le rilevazioni condotte dal laboratorio Analisi del presidio ospedaliero non lasciano dubbi all’interpretazione: si tratta dell’infezione da “Plesiomonas shigelloides”, una sepsi delle meningi i cui casi al mondo si contano sulle dita delle mani.

L’indagine epidemiologica è stata rapidamente e brillantemente condotta da Ismaele Fusco, direttore del Laboratorio Analisi, e Luca Cianti, direttore dell’Area Funzionale di Sanità Pubblica Veterinaria dell’ospedale di Prato.

La tossinfezione di questo genere ha spesso origine dal consumo di ostriche, pertanto abbiamo disposto l’immediato sopralluogo nel ristorante dove la signora aveva pranzato. Insieme all’Asl abbiamo riscontrato gravissime condizioni di degrado e di sicurezza alimentare. Il sopralluogo si è concluso con un provvedimento di sospensione dell’attività del ristorante, abbinata al sequestro di circa mezza tonnellata di prodotti di cui era ignota l’origine o mal conservati e con l’avvio di un procedimento penale a carico dei titolari

Luca Cianti, direttore di Veterinaria all’ospedale di Prato

Il titolare del reparto dei Neonatologia e Pedatria, Pier Luigi Vasarri, spiega meglio le origini di questa infezione batterica:

Siamo davanti a una forma rarissima di infezione, di cui si conoscono appena 12 casi nel mondo. Il problema di questa patologia è che resiste ai comuni antibiotici usati in neonatologia. Il neonato è stato ricoverato dopo poche ore dalla nascita e grazie alla rapida diagnosi fatta dal nostro laboratorio abbiamo potuto intraprendere la corretta terapia, ma il suo quadro clinico resta comunque serio. Rimaniamo in attesa di effettuare nuovi accertamenti diagnostici.