Viaggi da incubo, perché parlarne per di più in questa stagione? Ci sono diverse ragioni. La più evidente è la volontà di esorcizzare la mala sorte. Se siete in vacanza o state per andarci, conoscere le storie di quelli a cui è andata male vi potrebbe aiutare a mandar lontano le energie negative (per chi ci crede). Poi perché sapere è potete… in questo caso, potere evitare esperienze altrettanto brutte. E’ un po’ il senso di conoscere la Storia, per evitare di commettere nuovamente errori atroci. Sui macro-sistemi l’attualità dimostra che la cosa non funziona ma in un aspetto così pratico magari sì. Come terzo punto, infine, c’è una sana dose di cinismo di cui non ci si deve vergognare e di cui possiamo “godere” o nel relax delle ferie o nello stress del lavoro, magari costretti al caldo di questa stagione inaugurato da eventi a tema come l’Ulisse Fest.
Viaggi da incubo, vicissitudini di mare
Ecco quanto è andata storta a chi ha tentato un viaggio per mare.
“Kon Tiki” di Thor Heyerdahl
“Nel 1947 lo scrittore/avventuriero norvegese Heyerdahl navigò con cinque compagni di viaggio dal Peru alla Polinesia su una primitiva zattera fatta di legno e canapa. Il viaggio, lungo 6.920 chilometri e 101 giorni, incontrò vari pericoli, tra cui incontri con gli squali, uomini in mare e una collisione finale contro una barriera corallina. Anche se la prosa e il punto di vista di Heyerdahl possono risultare un po’ datati, è una storia memorabile di avventura e disavventura in mare aperto.”
“Madhouse at the End of the Earth” di Julian Sancton
“Nel 1897 Adrien de Gerlache salpò a bordo della Belgica rincorrendo il sogno di raggiungere per primo il Polo Sud Magnetico. Nonostante una serie di difficoltà, de Gerlache proseguì caparbiamente finendo per intrappolare la nave nel ghiacciato Mare di Bellingshausen. Dopo aver affrontato mesi di buio totale, malattie e manifestazioni di squilibrio mentale, i membri dell’equipaggio Frederick Cook e Roald Amundsen riuscirono a escogitare un pericoloso piano di fuga. Oggi, l’isolamento vissuto dall’equipaggio della Belgica viene studiato dagli scienziati della NASA per le future missioni su Marte.”
Storie di montagna
Se invece del mare, preferite le escursioni ad alta quota, ecco i peggiori (o migliori) viaggi da incubo.
“Dark Summit: The True Story of Everest’s Most Controversial Season” di Nick Heil
“Alpinista esperto ed ex editor della rivista Outside, Heil ci racconta della stagione di scalata del Monte Everest del 2006, quando morirono 11 persone, che segnò un tragico record. Tra le vittime c’era David Sharp, che morì mentre gli passavano accanto altri 40 scalatori. Un altro, Lincoln Hall, fu pensato morto e abbandonato, ma fu più tardi trovato vivo. Con una precisione da reporter investigativo e l’esperienza di un uomo di montagna, Heil indaga sui destini dei due uomini e sui problemi che derivano dal business del turismo d’alta quota.”
“Aria sottile” di Jon Krakauer
“Nessuna storia sull’Everest può ritenersi completa senza il contributo di Krakauer. Nel 1996, per un incarico della rivista Outside, Krakauer partecipa a una spedizione verso l’iconica vetta. Ma quel giorno, un’improvvisa tempesta uccide otto membri del team. Krakauer esamina i dettagli di quel tragico giorno cercando di fare i conti con le conseguenze psicologiche ed emotive che ha comportato.”
Viaggi da incubo, la terraferma
Chiudiamo questa carrellata con un paio di brutte esperienze con i piedi per terra.
“In Amazzonia. Un viaggio tra l’Orinoco e il Rio delle Amazzoni” di Redmond O’Hanlon
“”La giungla amazzonica non è piena di sanguisughe” afferma O’Hanlon all’inizio dei suoi quattro mesi di esplorazione della foresta amazzonica venezuelana. Ma c’è il pericolo di “dissenterie amebiche e bacillari, acque gialle e nere, febbre dengue, malaria, colera, tifo, rabbia… più qualche altra specialità”. L’esilarante spedizione dell’autore in canoa su fiumi non mappati di questa regione ha un obiettivo audace: andare oltre l’area scoperta dagli esploratori del XIX secolo, trovare una comunità di Yanomami e sopravvivere alla moltitudine di insetti e animali letali.”
“Stampede: Gold Fever and Disaster in the Klondike” di Brian Castner
“Nel 1896, quando si sparse la voce che un affluente del fiume Yukon aveva abbondanti vene d’oro, si scatenò la più grande corsa all’oro della storia canadese. Castner, noto per le sue conoscenze della storia mineraria, i suoi pittoreschi personaggi e l’abbondanza di dettagli per i suoi precedenti libri come Disappointment River, segue le vicende degli aspiranti e mal equipaggiati cercatori d’oro e degli immancabili approfittatori (compreso lo scrittore Jack London) nelle loro vicissitudini alle prese con scorbuto, freddo, cadute in crepacci di ghiaccio e altre disavventure per cui comunque la maggior parte di loro non riuscì a raggiungere l’agognata ricchezza.”
Ora che avete fatto il pieno di viaggi orribili e avete demonizzato ogni possibile contrattempo, godetevi le vostre ferie o il ricordo fresco di esse.