Ora che è iniziata la crisi di Governo ecco cosa cambia per gli italiani. Molte misure, sui tavoli di Palazzo Chigi o delle Camere che riguardano sono a rischio stop, proprio a causa delle tensioni politiche che hanno aperto una crepa nell’esecutivo nelle scorse ore.
Il presidente del Consiglio Mario Draghi ha deciso di dimettersi dopo che il Movimento 5 stelle di Giuseppe Conte non ha votato la fiducia al Senato sul decreto legge Aiuti. Dimissioni respinte, però dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che ha chiesto al premier di valutare la tenuta del governo in Parlamento. Nei prossimi giorni, dunque, quando Draghi si presenterà in Parlamento per spiegare ai partiti le motivazioni alla base della sua scelta, vedremo a quale esito porterà lo strappo apertosi nella maggioranza.
Sta di fatto che al momento, sono molte le misure a rischio stop che si trovano sui tavoli di Palazzo Chigi e delle Camere proprio a causa della crisi di Governo. Primo fra tutti, è il Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr), che per l’Italia vale in totale 191 miliardi di euro.
Per centrare gli obiettivi del Pnrr, il Parlamento sta lavorando a misure importanti, come la delega fiscale per la riforma del sistema tributario, che dopo mesi di incertezza era riuscita a superare il nodo sul catasto arrivando in commissione al Senato e che ora subisce una nuova battuta d’arresto.
Tra le misure a rischio stop o rallentamento per la crisi di governo ci sono anche quelle che riguardano i carburanti, le bollette e le buste paga degli italiani. Il prossimo 2 Agosto, infatti, scadrà il taglio di 30 centesimi delle accise su benzina e gasolio e si trovano in scadenza anche le misure ora in vigore per mitigare il costo delle bollette. Gli oneri di sistema sono bloccati solo fino a Settembre, ma per una proroga serve un nuovo intervento. In attesa di capire l’evoluzione di questa crisi di governo, è probabile che queste scadenze non saranno rispettate.
Crisi di governo cosa cambia: incognita buste paga, bonus da 200 euro e pensioni
Ecco cosa cambia con la crisi di Governo ormai alle porte, Draghi, poco prima di dimettersi aveva annunciato l’arrivo di riforme strutturali nei prossimi mesi in tema di sostegno al reddito e tra queste, il tanto invocato taglio del cuneo fiscale che si traduce nella differenza tra lordo e netto della busta paga, misura che però, vista la nuova situazione politica, potrebbe non essere varata.
Secondo alcune indiscrezioni, inoltre, il governo di Draghi stava pensando di estendere di almeno un mese l’erogazione del bonus 200 euro che al momento è previsto soltanto una volta.
Anche le pensioni rimangono un’incognita e potrebbero far parte delle tante misure a rischio stop. A breve scadranno le cosiddette quota 102, l’ape sociale e opzione donna, questi ultimi due meccanismi potrebbero essere prorogati, mentre si sta cercando un nuovo regime per consentire una maggiore flessibilità in uscita. Ma senza un ulteriore intervento si tornerebbe alla legge Fornero.
Nel calendario di Luglio, alla Camera, era prevista anche la discussione sullo ius scholae, che prevederebbe la possibilità per i minorenni stranieri di richiedere la cittadinanza italiana dopo aver frequentato le aule scolastiche per almeno cinque anni. Una riforma divisiva, con M5s e Pd favorevoli ma che vede il centrodestra fortemente contrario. Sempre nel calendario di Luglio era prevista la discussione sulla legalizzazione della coltivazione domestica di modeste quantità di cannabis, ora passato in secondo piano.
Altro punto delicato di cui si sarebbe dovuto trattare nelle prossime settimane era quello del suicidio assistito che dopo il primo via libera della Camera a Marzo, attendeva il passaggio alla commissione di Palazzo Madama, dove però i numeri a favore sono più risicati rispetto a quelli di Montecitorio.
A rischio stop anche le misure che rivedrebbero l’ergastolo ostativo, cioè il divieto di concessione dei benefici penitenziari nei confronti di detenuti che non collaborano con la giustizia.