Ministri M5S Governo Draghi, in ambienti pentastellati circola l’ipotesi del ritiro prima di mercoledì, uno scenario che secondo fonti parlamentari sarebbe fra quelli sul tavolo dei confronti interni in corso. Questa soluzione è stata discussa anche nel consiglio nazionale di ieri. Il presidente del Consiglio Mario Draghi ha annunciato le sue dimissioni, poi respinte dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Invitato dal Colle “a presentarsi al Parlamento per rendere comunicazioni, affinché si effettui, nella sede propria, una valutazione della situazione che si è determinata” dopo il non voto M5S alla fiducia sul decreto Aiuti, il Premier sarà quindi mercoledì in Parlamento per le comunicazioni alle Camere.
Ministri M5S Governo Draghi, Patuanelli: “Dimissionario è Governo”
Ritirare i ministri M5S?
“Si è dimesso il presidente del Consiglio, di fatto è il governo dimissionario. Ci stiamo confrontando e analizzando la decisione di ieri del presidente del Consiglio di dimettersi e il successivo rinvio alle Camere. È un confronto ovviamente interno, cominciato già ieri e che continuerà nelle prossime ore con tutti gli organi del M5S, dal presidente al Consiglio nazionale alla delegazione di governo che adesso si è incontrata con il presidente Conte. Faremo tutte le nostre valutazioni”.
Lo ha detto il ministro per le Politiche agricole, Stefano Patuanelli, uscendo dalla sede del M5s in via di Campo Marzio.
Mercoledì 20 luglio Draghi renderà comunicazioni alle Camere
‘Tempi supplementari’ e ancora quattro giorni in cui può succedere di tutto. Le dimissioni di Mario Draghi, respinte dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella con l’intenzione di parlamentarizzare la crisi, non sono irrevocabili e il premier avrà il tempo da qui a mercoledì prossimo di osservare l’evolversi del quadro politico e le dinamiche interne alla sua maggioranza. Mercoledì infatti il premier renderà comunicazioni alle Camere sulla crisi e una parte delle forze politiche spera ancora di poter far cambiare idea all’ex presidente della Bce. Lunedì e martedì Draghi volerà ad Algeri, la missione resta confermata (dal governo si fa presente che l’esecutivo è nel pieno delle proprie funzioni) per un appuntamento che ha lo scopo, tra l’altro, di proseguire sulla strada di rafforzare l’indipendenza energetica dell’Italia dal gas russo in vista di un autunno che si presenta difficile considerate anche le ultime mosse del Cremlino.
Medvedev Draghi, la Russia esulta per l’addio del Presidente del Consiglio
Uno dei più strenui difensori della causa ucraina in Occidente e l’ex presidente russo Medvedev ieri ha pubblicato un post su Telegram con la foto dello stesso Draghi, di Boris Johnson e un riquadro nero e vuoto come a chiedere ‘chi sarà il prossimo’ leader occidentale a saltare. La notizia delle dimissioni di Draghi sono sulle prime pagine dei giornali di tutto il mondo.
Ipf, Di Maio: “M5S non esiste più, è partito di Conte”
“Il M5S che ho contribuito a fondare non esiste più, ormai è il partito di Conte. Come membro del governo da quando ho lasciato il Movimento 5 stelle non ho avuto nessun contatto con Giuseppe Conte”.
Lo ha detto il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio.
+Europa e Azione riuniscono vertici, Draghi vada avanti
Riunione dei vertici di Azione e +Europa questa mattina per fare il punto sulla crisi di governo. Nell’incontro ristretto, cui hanno preso parte Emma Bonino, Carlo Calenda, Benedetto Della Vedova, Matteo Richetti, Riccardo Magi, Enrico Costa, Maria Saeli, Andrea Mazziotti, Giordano Masini, è stata confermata la necessità che l’esperienza del governo Draghi vada avanti. In particolare, hanno sottolineato i leader della federazione durante la riunione, “il nostro impegno in queste ore sarà quello di lavorare perché si creino le condizioni per la permanenza di Mario Draghi alla guida del governo italiano, perché rappresenta la migliore leadership che il Paese possa esprimere, in particolare in questa drammatica fase sia a livello internazionale che sul piano interno per famiglie e imprese. L’atteggiamento del M5S è stato irresponsabile e dannoso per l’Italia – il ragionamento dei leader di +Europa e Azione – e conferma la bontà e la lungimiranza della nostra scelta di essere all’opposizione dei governi Conte 1 e 2 e di non aver mai aperto un’interlocuzione elettorale con il partito di Conte, che dimostra ancora una volta di essere un campione del populismo. Proprio per questo, l’impegno di Azione e +Europa è quello di preparare per le prossime elezioni un’offerta politica che si ponga l’obiettivo di proseguire la stagione di riforme e serietà di Mario Draghi, rifiutando qualsiasi alleanza con chi sta mettendo in serio pericolo l’Italia e l’Europa intera”.