Non c’è più tempo – o quasi – per i Mondiali di atletica a Eugene che scatteranno domani con Gianmarco Tamberi tra gli atleti italiani più attesi. Proprio Gimbo, tuttavia, ha acceso un piccolo campanello d’allarme parlando della sua condizione fisica e dunque sarà da capire quanto potrà rendere nella competizione.
A differenza di Marcell Jacobs che pare essere ormai pronto, Tamberi ha così parlato in una recente conferenza:
Con la maglia azzurra addosso mi trasformo e non sento più nulla, nemmeno il fastidio che mi ha accompagnato in queste settimane alla gamba di stacco. Che cos’è? In poche parole, è l’irritazione di un nervo del retto femorale: come uno spillo, che mi impedisce di rimanere decontratto. Ma non ci penserò, ormai ho accettato il dolore, voglio solo concentrarmi sul mio salto, senza pensare ad altro. Ho fatto di tutto per risolvere, anche spostare la mia partenza per gli Stati Uniti, e devo ringraziare la Federazione per avermi supportato in tutto. È emerso tutto a Ostrava, quando ho saltato 2,30, ed oggi mi sento più forte che in occasione di quella gara.
Insomma, se da un lato il problema è presente e non si può ignorarlo, dall’altro lato l’impressione è che Gimbo voglia assolutamente andare oltre il fastidio per dare il 100%.
Mondiali di Atletica, le sensazioni di Tamberi a Eugene
Smarcato il tema relativo all’infortunio che lo sta destabilizzando nelle ultime uscite, per Tamberi è arrivato il momento di guardare ai Mondiali ed alle possibilità di successo. Sul suo spirito e l’atteggiamento non ci sono dubbi, Gimbo è pronto a lottare come sempre:
Sono un guerriero, in campo lotterò fino alla fine, senza pensare al dolore, o agli avversari. La testa sarà solo sul mio salto. Cerco di sentirmi in casa ovunque, il calore della gente, l’energia che arriva dalle tribune, è una mia arma. Ma qui, lo stadio è veramente pazzesco, la curva a ridosso delle pedane, sembra quasi un palaindoor. Non vedo l’ora di andare in campo, l’idea di quello che troverò mi carica tantissimo.
Infine, un ulteriore passaggio sul papà-allenatore che nonostante la recente separazione lo seguirà ugualmente in questi Mondiali:
Non mi risulta ci siano state liti familiari, anzi. Quello che è successo al momento non è nei miei pensieri, non può esserci spazio per questo: devo rimanere concentrato sulla gara, sulla mia tecnica di salto, sull’obiettivo che mi sono posto, ho bisogno di ogni energia per farcela, non posso distrarmi. A Eugene mi seguirà mio padre, come previsto. Gli avversari? Soprattutto il coreano Woo, i due statunitensi Harrison e McEwen, sono loro quelli che hanno fatto meglio quest’anno.