La crisi energetica continua a mettere a dura prova l’Europa, specialmente per quanto concerne le forniture di gas. Ecco perché l’Ue sta correndo ai ripari e si prepara a varare entro il prossimo 26 luglio il Piano di Emergenza energetica, dopo un nuovo vertice previsto mercoledì 20 luglio.
Nel Piano di Emergenza Ue verranno fissati i limiti delle temperature
Gli effetti della crisi energetica si fanno sentire: sono Germania e Ungheria le nazioni che più stanno soffrendo le restrizioni imposte da Gazprom, al punto da adottare provvedimenti estremi per salvaguardare la stagione invernale. L’Unione Europea (Ue) ha comunque intenzione di attuare definitivamente il Piano di Emergenza sull’energia con due tappe fondamentali: la prima il prossimo 20 luglio, quando la Commissione presenterà la bozza, poi il 26 luglio con la riunione dei ministro per l’Energia nel Consiglio straordinario.
L’obiettivo dichiarato è di ridurre del 30% l’impatto rispetto alla definitiva interruzione del flusso, come probabilmente accadrà a stretto giro. Un Piano comune che prevede coordinazione e solidarietà tra i Paesi membri, specialmente verso quelli più deboli: un’ambizione di difficile realizzazione, visto il contesto critico di alcuni Stati. Al momento, si lavora su campagne di sensibilizzazione interna volte a ridurre il consumo (cioè la domanda): tra i gesti più ricorrenti c’è la regolazione della temperatura negli edifici, sia pubblici che privati. In tal senso, la bozza fisserà a 19° il limite massimo di riscaldamento e a 25° per il raffrescamento. Esulano dal contesto gli ospedali e le Rsa, oltre all’intero comparto industriale, giudicato strategico per le catene di approvvigionamento dell’Ue, la competitività e la fornitura di prodotti e servizi essenziali per l’economia. Proprio l’impatto economico sul versante occupazionale e del Pil sarà la discriminante per procedere alla classificazione delle norme
Alcuni passaggi del comunicato della Commissione
Come detto poc’anzi, il Piano di Emergenza sull’energia farà da ponte intermedio con il piano RepowerEu, ancora lontano dalla sua attuazione, tuttavia ridurrebbe il buco e porrebbe basi significative per accelerare la transizione. Tutto ciò tramite piccoli cambiamenti dall’impatto significativo:
Durante il periodo invernale, da ottobre a marzo, si possono ottenere grandi risparmi energetici adoperando fonti di calore alternative per il riscaldamento e promuovendo campagne di risparmio alle famiglie per l’abbassamento del termostato di un grado per la riduzione del riscaldamento di edifici pubblici, uffici, edifici commerciali. Nel panorama attuale, tali interventi uniti al risparmio derivante dall’attuazione del Piano di risparmio energetico consentiranno di ridurre il costo di un’eventuale carenza in inverno. Ciò consentirebbe di aumentare gli stoccaggi e trasformare il gas a costi inferiori
Nel comparto industriale Il gas è utilizzato come materia prima e fonte di energia, tuttavia i costi di sostituzione e di riduzione dei consumi sono molto eterogenei. La Commissione sostiene con forza le migliori pratiche, come l’idea di aste o gare d’appalto per incentivare la riduzione del consumo da parte dei consumatori industriali, offrendo una compensazione. Tali aste o gare potrebbero essere organizzate a livello transfrontaliero per massimizzare le possibilità dei grandi clienti che operano in più Stati membri e per gli Stati membri con minori risorse fiscali
Le simulazioni indicano che, in caso di stop dalla Russia da fine luglio, gli stock non raggiungerebbero l’obiettivo dichiarato dell’80% di riempimento, al momento siamo intorno al 70%.