Un ex ingegnere informatico della CIA, Joshua Schulte, è stato condannato da un tribunale di Manhattan per spionaggio e furto di dati, più precisamente come dichiarato dal procuratore Damian Williams, per “uno dei più audaci e dannosi atti di spionaggio nella storia americana“.
L’arresto era avvenuto dopo una rivelazione di Wikileaks risalente al 2017, quando furono resi noti una serie di documenti confidenziali che rivelavano i metodi per forzare i network informatici di terroristi e governi stranieri che sarebbero portati alla luce dallo stesso Schulte.
Furto di dati CIA: il verdetto
È il New York Times a darne notizia, il tutto dopo che una giuria non era riuscita a raggiungere un accordo comune su otto dei dieci capi di cui Schulte era accusato. Il trentatreenne infatti fu riconosciuto colpevole solo di oltraggio alla corte e dichiarazioni fraudolente all’FBI.
Oggi è stato trovato colpevole di nove ulteriori capi di imputazione, inclusa la raccolta illegale di informazioni sulla difesa dei confini e la loro diffusione.
L’accusa ha dichiarato che i fatti sono stati commessi per insoddisfazione dello stesso Schulte, così rancoroso nei confronti dell’agenzia da “rendere noto al pubblico, e quindi ai nostri avversari, alcuni dei nostri strumenti d’intelligence più cruciali”. L’ingegnere ha voluto “seppellire” lo stesso lavoro che lui aveva portato a termine.
Il procuratore generale Damian Williams ha rivelato come questo si classifichi tra i maggiori e ingegnosi casi di spionaggio nella storia americana.
Ha inoltre aggiunto che le azioni di Schulte hanno reso inutile il lavoro svolto fino a quel momento, con un effetto devastante sull’intelligence interna, dando in mano informazioni pericolose a chi la stessa agenzia cerca di combattere.
Schulte inoltre è accusato di essersi trasferito a New York dalla Virginia dopo aver lasciato la CIA con un computer pieno di immagini e video di pedo pornografia che avrebbe scaricato da internet dal 2009 a marzo 2017.
Schulte ha sostenuto di essere semplicemente un capro espiatorio di quello che non funziona nella Cia.