A nemmeno due giorni dall’inizio dei lavori su Nord Stream 1 Gazprom mette le mani avanti e in un comunicato fa sapere di non essere certa che il gasdotto tornerà al suo completo funzionamento una volta terminati i lavori di manutenzione.

Nord Stream 1, il solito nodo turbina

Attraverso una nota pubblicata sui propri canali di comunicazione, Gazprom fa sapere che i lavori di manutenzione del gasdotto Nord Stream, programmati fino al 21 luglio prossimo, non assicureranno la piena funzionalità dell’impianto a opera conclusa. In particolare, il colosso russo sostiene di non avere prove che la turbina Siemens prelevata dalle officine canadesi possa raggiungere la stazione di compressione di Portovaya, uno dei nodi con il cartello “lavori in corso”.

Prima sirena d’allarme per la Germania, che tuttavia non ha al momento rilasciato alcuna dichiarazione ufficiale tramite il ministro Robert Habeck. In compenso, il viceministro delle finanze Jorg Kukis ha annunciato che Berlino smetterà di acquistare il carbone dal 1 agosto e il petrolio dal 31 dicembre da Mosca. Sul versante militare, la Germania sta intensificando il suo sostegno all’Ucraina con un pacchetto di 2 miliardi di euro, dopo che il ministro della Difesa Lambrecht aveva rallentato il carico.

Se la Germania non parla lo fa invece l’Ungheria, che ha deciso di dichiarare lo stato di emergenza energetico.

Per proteggere le famiglie ungheresi e garantire le forniture di energia, il governo ungherese sta dichiarando lo stato di emergenza nel settore energetico. Sarà vietata l’esportazione di risorse energetiche e legna da ardere.

Intanto Budapest è alla ricerca di gas da stoccare: si parla di almeno 700 milioni di metri cubi. Chi si è già portato avanti in tal senso è il Brasile, con il presidente Bolsonaro che ha raccontato di aver rinforzato l’importazione energetica dalla Russia:

La Russia continua a fare affari con il mondo intero, sembra che le sanzioni economiche dell’Europa non abbiano funzionato

Già nell’ultimo vertice Brics, Russia e Brasile avevano discusso l’ipotesi di saldare l’alleanza economica tra i Paesi membri, proprio per sovvertire gli effetti della chiusura dei rapporti commerciali tra Mosca e l’Europa.

L’Italia è riuscita a ridurre la dipendenza dal gas russo del 15% in pochissimi mesi grazie ai nuovi accordi che abbiamo costruito, avendo molte meno preoccupazioni rispetto ad altri Paesi. Con il premier Draghi saremo in Algeria la prossima settimana per firmare nuovi accordi. Per quanto riguarda i costi energetici, siamo sulla buona strada per introdurre il tetto massimo al prezzo del gas (che oggi ha raggiunto i 180€/MWh, ndr), con l’obiettivo di non mettere in difficoltà le imprese italiane.

Luigi di Maio al “Made In Italy Summit”