Gli insulti social sono all’ordine del giorno e non è una bella cosa. Umberto Eco, che non era esattamente l’ultimo, sosteneva che il web avrebbe dato un quarto d’ora di gloria ad ogni cretino e i fatti sembrano dargli ragione. Molti vip subiscono, infatti, infamie e brutte parole sui loro profili, spesso senza potersi difendere perché chi lancia la pietra nasconde la mano. Avere profili fake o trojan è davvero semplice (e gratis) e questo rende più immediata e letale la macchina del fango in rete. La giustizia italiana non sta rimanendo con le mani in mano e, forse, anche parlarne apertamente sui media potrà aiutare le persone a rendersi conto di quante volte si supera il segno. Ecco i più pesanti casi di insulti social di quest’anno come dimostra il recente sbadiglio di Medvedev.

Insulti social: cosa si rischia

Insultare su Internet è un reato, precisamente quello di diffamazione, qualora l’offesa venga proferita su una pagina visibile da almeno due persone. Capirete da soli che basta anche un post su un gruppo chiuso a pochi utenti per far scattare l’illecito penale. Come hanno ben chiarito le Sezioni Unite della Cassazione:

“In questo caso, si applica l’aggravante per aver utilizzato un mezzo di comunicazione pubblico. In particolare, la sanzione per chi offende qualcun altro sul web è questa: la reclusione da sei mesi a tre anni oppure la multa non inferiore a 516 euro.”

Qualora il responsabile sia incensurato, può ottenere una calibrazione della pena al minimo e magari evitare il carcere pagando la semplice multa. Il carcere è evitato anche quando il comportamento non ha prodotto gravi danni e non è stato ripetuto (per esempio quando cancelli post). In questo caso di insulti social, è possibile chiedere l’archiviazione del procedimento penale senza alcuna sanzione. La fedina penale, però, si macchia e resta in piedi sempre la responsabilità civile ai fini del risarcimento.

Proprio il risarcimento del danno è la seconda conseguenza di pronuncia degli insulti su Internet. Come spiega la Giurisprudenza:

“La vittima può citare il responsabile in un giudizio civile e chiedergli i danni all’immagine e alla reputazione. Danni che vanno dimostrati anche con semplici indizi ma che non possono ritenersi presunti nella semplice offesa. Chiaramente, farà più danni un post pubblicato per una giornata che uno prontamente eliminato. “

I peggiori dell’anno

Questa piccola galleria degli orrori vuol servire a non ripetere più certi errori, non per la paura della multa o delle conseguenze ma per il rispetto dell’immagine social delle persone.

1 – Il sindaco Matteo Ricci

“Offese con i social al sindaco Matteo Ricci ai tempi della prima ondata pandemica: “codardo, votato da idioti…” e via dicendo. Ricci non la prese bene, e diede incarico all’ufficio legale del Comune di procedere con le querele per diffamazione.

Oggi, il giudice Piersantelli ha condannato Agostino Cicciarello, 50 anni, pesarese, ad 800 euro di multa e a 3000 euro di risarcimento danni a favore del comune di Pesaro. La pena è stata sospesa. L’accusa aveva chiesto 2.000 euro di multa mentre la parte civile 30mila euro di risarcimento danni.”

2 – Insulti social: Il ministro Luigi Di Maio

“Dopo l’addio al Movimento 5 Stelle il 21 giugno scorso, Luigi Di Maio centellina sempre più le sue apparizioni sui social. Una virata evidente guardando sia la pagina Instagram, dove il ministro degli Esteri ha 856 mila followers, sia quella Facebook, con una platea da due milioni e mezzo di seguaci, la terza più folta dopo Matteo Salvini (cinque milioni) e Giuseppe Conte (quattro e mezzo). Un primo effetto del “nuovo corso” intrapreso dopo il divorzio dal Movimento, si potrebbe pensare. Ma a ben vedere l’ultimo post del ministro su Facebook risale al 13 giugno, una settimana prima di abbandonare il Movimento. Sulle ragioni di una presenza social sempre più sporadica si possono fare solo ipotesi. Un dato, invece, è incontrovertibile. E cioè che tra i followers di Di Maio proliferano da giorni gli haters.”

3- La rockband Maneskin

Polemica social dopo il concerto dei Maneskin e il “vaffa” del frontman Damiano a Putin per la guerra in Ucraina. Il cantante ha raccolto una serie di insulti e li ha pubblicati sul suo profilo Instagram e ha poi risposto con un sintetico e sarcastico «Benvenuti in Italia». Gli utenti che lo hanno attaccato hanno mostrato posizioni filorusse, mentre Chef Rubio ha tirato in ballo la Palestina.”

4 – Insulti social: Donald Trump

“Un sondaggio ha rivelato quali sono le celebrity più sgradite. In cima c’è l’ex Presidente degli Stati Uniti che è uno degli uomini più ricchi del mondo, magnate ma anche uomo di spettacolo, presentatore televisivo e, appunto, politico. La ragione per cui è stato spesso vittima di insulti social sta nel suo carattere non proprio affabile e nella sua arroganza.”

5 – L’imprenditrice Chiara Ferragni

“Quando si parla di haters e di social è impossibile non fare il nome di Chiara Ferragni. Pur essendo una delle influencer più seguite del mondo è indubbio che la creatrice di The Blonde Salad sia uno dei personaggi più famosi dello star system più presi di mira dagli haters. Su Instagram l’hanno criticata per i suoi “look poco decorosi per una madre“, per aver fatto sfoggio vergognoso della sua ricchezza, per essere una cattiva madre e, non ultimo, per i suoi piedi!

Chiara Ferragni, però, ha imparato a gestire le critiche con ironia, e talvolta è accorso in suo aiuto persino il marito Fedez! Sempre per restare in Italia tra i vip più odiati sui social non manca ovviamente la bellissima Belen Rodriguez, puntualmente accusata di essere ricorsa alla chirurgia plastica per migliorare il proprio aspetto e al contempo di essere una cattiva madre per il modo in cui mette in mostra il suo corpo.”

Ascolta qui il podcast dell’intervista a Riccardo Cotumaccio sul suo libro “W gli haters” su come gestire gli insulti social:

https://www.radiocusanocampus.it/podcast/riccardo-cotumaccio-w-gli-haters/