Di bidoni di calciomercato ne abbiamo visti tanti in questi anni e questo è il periodo più divertente per rimembrarli. Perché sono settimane calde per la Serie A e non solo e i nomi in entrata e in uscita si inseguono. Molte indiscrezioni sono solo bolle pronte a scoppiare in un secondo ma altre si concretizzano. Il problema è che non tutti gli affari andati a buon fine si dimostrano poi così redditizi. Ci sono dei giocatori di calcio che, per una ragione o l’altra, “bucano” l’inserimento in un club e finiscono per diventare meteore di quel campionato. Ecco quelli più sfiziosi.

Bidoni calciomercato: Costinha

“Fedelissimo di Mourinho, con cui ha vinto tutto al Porto, è arrivato in Italia nel 2007 con un contratto a quei tempi faraonico per l’Atalanta: 750 mila euro a stagione per 3 anni. Tre anni durante i quali Costinha giocherà appena 54 minuti tra infortuni e problemi con la società: “Ho rifiutato di abbassarmi lo stipendio e ne ho subito le conseguenze. Ogni volta che mancava un centrocampista ne compravano un altro piuttosto che farmi giocare. Non mi facevano giocare e parlavano pure male di me”. A Bergamo se lo ricordano più che altro per i suoi completi appariscenti e la sua Lamborghini gialla. La fine del suo contratto è stata accolta come una liberazione. A conti fatti ha guadagnato praticamente quasi 42 mila euro al minuto.”

Joaquini Larrivey

“Dopo 12 goal in 4 anni con la maglia del Cagliari e un’etichetta da ‘brocco’, nonostante una clamorosa tripletta al San Paolo (in un Napoli-Cagliari 6-3, Larrivey ha iniziato a segnare con spaventosa regolarità ovunque è andato: due anni di fila in doppia cifra nella Liga, poi le esperienze in Arabia e il ritorno in Cile, dove a 36 anni non smette più di sorprendere. Capocannoniere lo scorso anno con 19 reti, ha iniziato col botto anche in questa stagione, realizzando 12 goal in 14 partite.”

Bidoni calciomercato: Thomas Vermaelen

“L’esplosione all’Ajax, il Barcellona, poi gli infortuni, troppi infortuni. Un calvario di 2 anni dal 2014 al 2016, poi il trasferimento alla Roma, dove la sua carriera ad alti livelli sembrava ormai giunta al capolinea tra problemi fisici e prestazioni disastrose. Poi, all’improvviso, la svolta: il ritorno al Barcellona, con cui vince la Liga, e quello in Nazionale. Partecipa ai Mondiali del 2018 e a 35 anni è stato convocato a sorpresa pure per gli Europei dal Belgio, nonostante il trasferimento nel campionato giapponese nel 2019.”

Diego Fabbrini

“Doveva essere il futuro dell’Italia. Indossava la dieci nelle giovanili azzurre, era visto come uno dei migliori talenti pronto a spaccare tutto in una big. Invece, Fabbrini, ha avuto una carriera completamente diversa dopo quell’unica partita con la Nazionale maggiore, senza mai giocare in una grande, positivo a Empoli e Udinese prima di girare l’Europa fino a finire in Romania. Forse la sua sliding doors è il preliminare di Champions perso in maglia bianconera: lì comincia a calare la sua stellina, tra seconda serie inglese e Serie B, persino la Bulgaria. Era il nuovo Kakà, è risultato essere uno dei tanti che non ce l’ha fatta.”

Conclusioni

Chissà quanti altri bidoni di calciomercato vedremo nei prossimi anni. Facciamoci una risata ma nulla più. Dietro ci sono uomini con sentimenti, sacrifici e storie importanti di cui spesso sappiamo poco. Basta non dimenticarlo quando ci si abbandona ad un po’ di sana ironia estiva.