Sarà processo per 105 tra poliziotti, funzionari del DAP e dell’azienda sanitaria locale per le violenze del 6 aprile 2020. I capi di accusa vanno dalla tortura alle lesioni passando per il falso depistaggio.
I fatti risalgono ormai a due anni fa quando nel carcere di Santa Maria Capua Venere scoppiò lo scandalo delle violenze sui detenuti a seguito di alcune proteste degli stessi.
La prima udienza è in programma per il prossimo 7 novembre innanzi alla Corte d’Assise del tribunale sammaritano.
Ad ora le parti civili sono composte da novanta carcerati, vittime dei pestaggi di quel giorno, oltre che dal garante nazionale dei detenuti e associazioni a vario titolo.
La “mattanza” di Santa Maria Capua Venere, i fatti
Le riprese del carcere non lasciano spazio a troppe interpretazioni: il 6 aprile 2020 i detenuti venivano picchiati con manganelli, caschi, pugni e calci, alcuni trascinati per le scale. I video mostrano addirittura una persona in sedia a rotella mentre viene percossa.
La violenza fu scatenata dagli agenti a seguito di una precedente protesta dei carcerati, che lamentavano il sovraffollamento della prigione che, a margine di 809 posti previsti, ospitava più di mille detenuti non permettendo nessun tipo di distanziamento.
Sotto accusa anche le condizioni igieniche della struttura.
Le misure cautelari contro i poliziotti per le violenze
Scoppiato lo scandalo il GIP Sergio Enea emanò 52 misure cautelari, oltre che tre obblighi di dimora e 23 misure di sospensione a vario titolo. Purtroppo le violenze dei poliziotti si ripeterono il 14 dicembre dello scorso anno, quando furono scoperti vari casi di Coronavirus. Allora fu Emilio Fattorello, segretario nazionale per la Campania del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria a darne l’annuncio.
“Dobbiamo registrare un evento critico violento verificatosi nel Reparto Tevere. Il tampone positivo a un detenuto in partenza è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso. I detenuti stranieri del terzo piano hanno inscenato una sommossa, devastando la corsia della sezione detentiva e aggredendo con violenza due agenti”.