Moriva il 13 luglio di 68 anni fa la pittrice messicana Frida Kahlo. Fece del dolore un punto di forza e d’ispirazione per le sue opere, diventando una delle donne d’arte più amate in tutto il mondo.

Frida Kahlo: una breve biografia

Nata nel 1907 a Coyoacán, un sobborgo di Città del Messico, da genitori emigrati (il padre era un fotografo tedesco, la madre una benestante messicana di origini spagnole), Frida Kahlo dichiarava di essere nata nel 1910, sentendosi figlia della Rivoluzione messicana iniziata in quello stesso anno. A soli sei anni si ammala di poliomelite; piede e gamba destra rimangono deformi, tanto che i suoi coetanei iniziano a chiamarla pata de palo (“gamba di legno”). Di indole ribelle e passionale, a tredici anni comincia a militare nella Gioventù comunista, mentre negli anni della scuola superiore frequenta un gruppo di ragazzi che sostengono idee socialiste-nazionaliste. Al 1922 risale il primo incontro con il futuro marito Diego Rivera, pittore e muralista messicano a quel tempo alle prese con la sua opera La creazione.

Pochi anni dopo, il 1925 segna per la sua vita un episodio traumatico: Frida sta tornando a casa da scuola in autobus quando è coinvolta in un terribile incidente, riportando gravi ferite alla schiena, alle gambe e alla spalla. È durante il lungo periodo della convalescenza che, per passare il tempo, si avvicina alla pittura. Nel frattempo rivede Rivera a cena a casa di amici e i due iniziano a frequentarsi, sposandosi nel 1929. L’anno dopo la coppia si trasferisce negli Stati Uniti, dove Diego viene invitato a dipingere il muro all’interno del Rockefeller Center di New York e alcuni affreschi a San Francisco. Durante il soggiorno la pittrice rimane incinta, non riuscendo però a portare a termine la gravidanza a causa dell’incidente: non riuscire ad avere figli sarà uno dei dispiaceri più grandi della sua vita. Mentre si afferma in campo artistico, Frida vive una serie di difficoltà personali. Si separa da Diego nel 1939, risposandolo però poco dopo per motivi politici, ma a due condizioni: l’artista avrebbe provveduto da sola al proprio mantenimento e non avrebbe più avuto rapporti sessuali con il marito. Allo stesso tempo, le sue condizioni di salute peggiorano inesorabilmente, fino alla sua morte nel 1954 per un’embolia polmonare trascurata, anche se l’artista aveva provato a suicidarsi più volte.

Frida Kahlo: lo stile e le opere

Il percorso artistico di Frida Kahlo fu del tutto originale. Lontane sia dal muralismo messicano, sia dal surrealismo, le sue opere ripresero comunque alcuni aspetti da queste correnti, come l’interesse per i colori forti e accesi. Tra gli elementi fondamentali della sua arte, l’attenzione per il corpo femminile, slegato dalla visione stereotipata e maschilista, e la capacità di esprimere l’identità culturale del Messico. Molti furono autoritratti: Frida dipinse sé stessa avvolta nel suo dolore, come in Ospedale Henry Ford, dove è adagiata su un letto d’ospedale con delle lenzuola macchiate di sangue o, ancora, in La colonna rotta, un riferimento all’incidente avuto da giovane. Il rapporto con la sofferenza tornò spesso, diventando però per la pittrice anche un motivo di riscatto, resilienza e indipendenza e facendo di lei un forte simbolo del femminismo moderno.

Alcuni appuntamenti da non perdere

In occasione dell’anniversario della scomparsa, il 13 luglio, da non perdere l’appuntamento in programma su Sky Arte alle 18.05 con il film Frida Kahlo. Per chi volesse scoprire o riscoprire la vita e le opere della pittrice messicana dal vivo, a Trieste è stata invece prorogata la mostra “Frida Kahlo. Il caos dentro“, ospitata negli spazi del Salone degli Incanti fino al 21 agosto.