Euro e dollaro raggiungono la parità per la prima volta dalla nascita della moneta unica. Era solo questione di tempo, visto il trend degli ultimi giorni, oggi è arrivata l’ufficialità e la tendenza non sembra invertibile a stretto giro.

Euro e dollaro, tutte le implicazioni del pareggio monetario

Sin dal 1 gennaio 2002 euro e dollaro non hanno mai raggiunto l’equilibrio valutario, la parità assoluta, almeno fino al 12 luglio 2022. Un momento storico importante all’interno di un momento storico straordinario, contrassegnato dalla presenza di una guerra nell’Eurozona. Ma vediamo quali sono le ripercussioni all’atto pratico.

In primis è necessario capire la causa del fenomeno: è sempre lei, la crisi energetica provocata dalle sanzioni anti-russe che hanno portato la chiusura parziale dei rubinetti da parte di Mosca nei confronti di 12 Paesi membri dell’Ue. Un passaggio obbligato nella lunga rincorsa all’indipendenza dal Cremlino, che però ha le sue necessarie ripercussioni. Conseguenze che agitano l’Europa e di conseguenza i mercati, i timori sono fondati e la Banca Centrale europea sarà presumibilmente chiamata a un nuovo intervento sui tassi d’interesse. Paure che non scoraggiano gli Stati Uniti, afflitti in realtà da una situazione inflazionistica anche peggiore, ma con risorse economico-finanziarie che il Vecchio Continente si sogna.

Proprio l’inflazione accentua i risvolti negativi della conversione in equilibrio: a cominciare dall’acquisto di materie prime, sempre più care e pagate in dollari, e dal conseguente aumento dei costi di produzione. E sempre la crescita dei prezzi riduce il potere d’acquisto sui beni di provenienza americana. Il rovescio della medaglia si ha sulle esportazioni, il cui valore nel 2022 non solo ha registrato un ritorno ai valori prepandemici ma ha stabilito dei nuovi record storici nel settore agroalimentare, e sul turismo. Per quest’ultimo, compensare lo stop al flusso turistico russo-ucraino con quello americano può rappresentare un aiuto non indifferente.

Tuttavia, il quadro è più desolante poiché l’euro è sceso sotto la parità rispetto al franco svizzero. Anche in questo caso siamo di fronte a qualcosa di mai visto e soprattutto di ribaltato rispetto a quanto accadeva nel (non così) lontano 2015.