Al 138esimo giorno di guerra la paura di uno stop alle forniture di gas da parte della Russia si fa sempre più vera. Sale dunque il timore che a breve dal Cremlino arrivi lo stop definitivo ai rifornimenti energetici, con la scusa di dover effettuare dei lavori di manutenzione al gasdotto Nord Stream 1, al via da oggi.
La Russia per ora ha ridotto di un terzo le forniture di gas all’Italia rispetto alla media degli ultimi giorni.
“Gazprom ha comunicato che per la giornata di oggi fornirà a Eni volumi di gas pari a circa 21 milioni di metri cubi al giorno, rispetto a una media degli ultimi giorni pari a circa 32 milioni di metri cubi al giorno. Eni fornirà ulteriori informazioni in caso di nuove e significative variazioni dei flussi”, ha scritto la compagnia italiana.
Sulla stessa linea d’onda anche la società austriaca OMV che ha annunciato che Gazprom sta riducendo ulteriormente la fornitura di gas al Paese.
Guerra Ucraina e risvolti in Italia: gas ridotto di 1/3
Il governo guidato da Mario Draghi pensa alla possibilità di attivare un piano di emergenza in vista della stagione invernale. Anche la Commissione europea si sta muovendo: secondo le ultime notizie presenterà il suo piano il 20 luglio 2022.
Se Mosca dovesse sospendere in via definitiva le forniture di gas alla Ue (nonostante nel 2021 avesse assicurato il 44% del suo fabbisogno), il Governo sarebbe costretto a far scattare la fase di emergenza. Le misure sottoposte al vaglio potrebbero riguardare indistintamente ogni cittadino. Dai lampioni spenti nelle strade alla riduzione del riscaldamento negli uffici statali o nelle abitazioni anche di due gradi in meno e un razionamento ragionato.
Venier, amm. delegato Snam: “Continueremo a dare il nostro sostegno”
“Stiamo lavorando per contribuire alla creazione di una riserva che diventa indispensabile nei mesi invernali tramite il riempimento degli stoccaggi. Fino a domenica siamo arrivati a 6,1 miliardi di metri cubi in stoccaggio (al netto dello strategico ndr) che corrispondono al 64% dell’obiettivo. Noi di Snam abbiamo dato un contributo di circa 1,5 miliardi di metri cubi e continueremo a dare il nostro sostegno, ovviamente nei limiti di un operatore di sistema”.
Spiega l’amministratore delegato di Snam, Stefano Venier.