L’Arpa Lazio ha diffuso i primi dati sulla qualità dell’aria registrati in seguito all’incendio divampato Sabato scorso al parco di Centocelle. I numeri mostrano valori ampiamente al di sopra rispetto a quelli di riferimento individuati dall’Oms per l’ambiente urbano.

I valori delle diossine risultano superiori ai limiti nella zona interessata dal vasto incendio di Sabato pomeriggio a Roma. Questo è quanto emerge dai primi rilievi condotti dai tecnici di Arpa Lazio che la sera stessa hanno installato due campionatori per verificare l’eventuale presenza in aria di sostanze inquinanti come idrocarburi policiclici aromatici (IPA) e, appunto, diossine. I due campionatori sono stati installati uno, in via Giuseppe Saredo, a poca distanza dal rogo, dove il valore misurato per le diossine è pari a 10,6 pg/m3, superiore a quello di riferimento individuato dall’Oms per l’ambiente urbano e l’altro, posto vicino all’aeroporto “Francesco Baracca” di Centocelle.

Nelle scorse ore sono stati analizzati i dati delle stazioni fisse della rete di monitoraggio della qualità dell’aria. La stazione della rete fissa di monitoraggio più vicina all’impianto, ha spiegato Arpa Lazio è quella denominata “Cinecittà” che si trova a circa 600 metri a sud dall’area interessata dall’incendio.

Le concentrazioni di pm10 del 9 e del 10 Luglio sono state rispettivamente pari a 26 g/m3 e 29 g/m3, valori che, pur essendo inferiori al limite giornaliero del pm10 (50 g/m3), sono stati i più alti registrati nel Comune di Roma.

La centralina di Preneste, che si trova a circa 3 km a nord-ovest dell’incendio di Centocelle, il 10 Luglio ha misurato un valore di pm10 di 7 g/m3, in linea con quelli misurati nell’area urbana e non è stata, quindi, interessata in modo significativo dalle polveri generate dall’evento. Nella stessa serata di Sabato, come detto, sono stati installati due campionatori ad alto volume per la misura dei microinquinanti per registrare il valore delle diossine e di benzene, composti pericolosi per l’ambiente e per la salute che possono essersi generati a seguito della combustione.

Il presidente della Società italiana di medicina ambientale, Alessandro Miani ha spiegato che la diffusione di diossina nell’aria causata dall’incendio di Centocelle determina “enormi rischi per la salute umana, essendo ben noti gli effetti cancerogeni e neurotossici di tale sostanza sul corpo umano”. È proprio la Sima a lanciare l’allarme dopo la diffusione dei primi dati Arpa relativi al rogo. 

La diossina è un inquinante organico persistente classificato dall’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro, come cancerogeno per l’uomo, oltre ad avere effetti neurotossici ed essere un distruttore endocrino. In questo caso il rischio aereo della diossina è limitato all’area interessata dai fumi del rogo e in caso di nube tossica, a tutto il territorio colpito dalla ricaduta a terra dei fumi. La diossina si bioaccumula soprattutto nei tessuti grassi dell’uomo e la sua emivita è piuttosto lunga, va dai 5,8 anni ai 11,3 anni a seconda del metabolismo e dell’abbondanza di massa grassa dell’individuo.

Per quanto riguarda le diossine nell’aria, si legge in una nota, non esiste un riferimento normativo in area ambientale. Le concentrazioni di tossicità equivalente in ambiente urbano di diossine e sono stimate, dai dati del World Health Organization, nel documento “Guidelines for Europe 2000” e sono pari a circa 0,1 pg/m3, anche se è elevata la variabilità da zona a zona, mentre le concentrazioni in aria di 0,3 pg/m3 sono indicazioni per fonti di emissione localizzate.

Il valore del primo campione che fa riferimento a via Saredo è ampiamente superiore al valore di riferimento individuato dall’Oms per l’ambiente urbano e tra gli Idrocarburi Policiclici Aromatici (IPA) normalmente rilevabili il benzo(a)pirene, è l’unico composto per il quale il decreto legislativo n.155 del 2010 prevede un valore limite pari a 1 ng/m3 come concentrazione media annua. In questo caso il valore di Via G. Saredo è superiore al valore limite annuale previsto dalla normativa, mentre per quanto riguarda i PCB, (policlorobifenili) non esistono limiti normativi o valori di riferimento. 

Incendio Centocelle: Comune e Regione a lavoro su autodemolitori

In queste ore c’è stata anche una forte accelerazione sul lavoro del Comune e della Regione per trovare una nuova localizzazione agli autodemolitori presenti da decenni nel Parco di Centocelle e in altre zone della città. In particolare, l’incendio dello scorso fine settimana, sulle cui cause l’amministrazione capitolina ha chiesto di fare presto chiarezza, ha di fatto determinato una ripresa immediata del tavolo di lavoro interistituzionale che dal 1997 avrebbe dovuto indicare una nuova collocazione per le aziende di autodemolizione presenti a Roma.

“Quello che è successo sabato ci impone di ridefinire immediatamente le nostre agende di lavoro”, dichiara Sabrina Alfonsi, assessora all’Agricoltura, Ambiente e Ciclo dei Rifiuti di Roma Capitale.

“Oltre al danno ambientale, sulle cui cause le autorità preposte faranno i dovuti accertamenti, oggi abbiamo aziende e lavoratori senza la possibilità di lavorare, migliaia di tonnellate di rifiuti incendiati da rimuovere quanto prima e un’area interamente da riqualificare. D’accordo con gli assessori Lombardi e Valeriani della Regione Lazio, nell’ambito delle rispettive competenze ambientali e urbanistiche e di programmazione impiantistica, nei prossimi giorni ci siederemo attorno ad un tavolo per trovare da subito una soluzione”, ha concluso Alfonsi.

Dopo l’incendio a Centocelle, l’esperto consiglia di tenere le finestre chiuse

Per sapere se del materiale sia caduto nella zona di Cinecittà o in quella di Centocelle, basterà analizzare i dati dell’Arpa. Restano validi anche in queste ore i consigli che erano stati diramati dai sindaci dei territori interessati, i presidenti Mauro Caliste e Francesco Laddaga hanno consigliato di tenere le finestre chiuse.

Consiglio che arriva anche da Petracchini, direttore dell’istituto inquinamento atmosferico del CNR che ha detto: “è importante muoversi nell’ambito della massima precauzione e a chi abita lì intorno suggerisco comunque, per i prossimi 3-4 giorni, di tenere le finestre chiuse, far indossare le mascherine alle persone più fragili ed evitare sport all’aperto perché aumentano la ventilazione polmonare”.

Lo stesso direttore dell’Istituto sull’Inquinamento atmosferico ha poi dichiarato che: “non c’è stata una ricaduta della nube sui quartieri circostanti perché il forte vento di ieri tirava da Nord Ovest e la nube è stata spostata verso sud, fuori città. Per fortuna l’incendio è durato solo qualche ora, non è stato dell’intensità che abbiamo visto, per esempio, per Malagrotta, ma è chiaro che del materiale al suolo è caduto, ora bisogna capire dove e quanto”.