Angelo Guglielmi, il conduttore Rai che ha fatto la storia della televisione, muore oggi all’età di 93 anni a Roma. Il suo lavoro per Rai 3 ha lasciato il segno, come tutti i programmi che ha lanciato nel corso degli anni. Grazie al suo supporto sono emersi nel mondo della televisione italiana nomi come Corrado Augias, Michele Santoro, Serena Dandini e Fabio Fazio.
Le parole del cordoglio: da Fabio Fazio a Enrico Letta
Ha cambiato sorti e metodi della televisione italiana. Dirigente, critico letterario, saggista, giornalista. Ricordiamo Angelo Guglielmi come un intellettuale poliedrico e creativo, capace di scoprire e sperimentare oltre i confini. A confermare proprio questo, oggi su Twitter è Fabio Fazio, che commenta la sua scomparsa:
“Angelo Guglielmi ha cambiato la Tv rendendola contemporanea e imponendo una rigorosa linea narrativa alle cose che faceva: la Tv come racconto della realtà. Gli devo moltissimo”. ‘La cultura non è una cosa ma un modo di fare le cose’. Questa la sua lezione più importante.”
Oltre a Fazio, si fa avanti, sempre su Twitter Clemente Minum, direttore del Tg5. Esprime il suo rammarico per la scomparsa di Guglielmi con queste parole:
“addio ad Angelo Guglielmi, storico direttore di rai3, grande innovatore della tv, rip.”
Nessuno dimentica il suo contributo intellettuale, le sue opere e le sue importanti e rivoluzionarie scelte nel corso del lungo lavoro per il panorama dell’intrattenimento e della cultura italiana in tv. A seguito del decesso, infatti, si esprimono oggi personalità vicine al settore di Guglielmi, che lo salutano e che lo ricordano con grande stima. Commenta, proprio in questo senso, il senatore Francesco Verducci, della Vigilanza e vice presidente Commissione Cultura del Senato. All’agenzia Dire ha dichiarato:
“Angelo Guglielmi è stato una delle personalità più importanti della cultura e della società italiana. Con la Direzione di Rai 3 ha saputo reinventare contenuti e linguaggio del servizio pubblico televisivo dando voce e forma alle complesse trasformazioni sociali emerse con forza sin dagli anni ottanta. Quella di Guglielmi fu una rivoluzione. Rai 3 seppe raccontare un Paese e i suoi cambiamenti, in alcuni casi anticipandoli, e contribuì in modo determinante ad un nuovo discorso pubblico, diventando un riferimento in particolare per le nuove generazioni. La lezione di Guglielmi, intellettuale e critico capace di una visione acuta e profonda della società, è fondamentale e imprescindibile per la Rai e per il servizio pubblico di oggi e degli anni a venire”.
E si potrebbe andare avanti ancora. Valanghe di tweet, messaggi, omaggi da presentatori, intellettuali ed esponenti della politica italiana. Non manca, nella fila del cordoglio, il post del segretario del Pd, Enrico Letta.
“Con Angelo Guglielmi ci lascia un grande italiano. Un uomo che è riuscito a unire cultura e televisione e ha lasciato una traccia profonda e tutta positiva nel sistema mediatico italiano”.
Angelo Guglielmi: la storia della televisione
Nasce ad Arona (provincia di Novara) il 2 aprile 1929. Ha preso diverse vie nella sua lunga attività intellettuale. Lo ricordiamo infatti come critico letterario, direttore di Rai 3, presidente dell’Istituto Luce e assessore della Cultura per il comune di Bologna. Oltre a tutto questo, in parallelo, Angelo Guglielmi è stato attivo editorialista e scrittore.
Era il 1955 quando è entrato in Rai attraverso un concorso. Lo sappiamo grazie a Sfido a riconoscermi – Racconti sparsi (edito da La Nave di Teseo), di cui riportiamo con affetto le precise parole qui:
“Mia madre ascoltando alla radio Il motivo in maschera condotto da Mike Bongiorno viene a conoscenza che la Rai ha bandito un concorso per autori e programmisti in vista dell’inaugurazione (prevista per quel maggio) della televisione italiana.”
Ha diretto Rai3 dal 1987 al 1994, rinnovandola, creando un nuovo modo di fare televisione. Ha inserito, all’interno dei programmi, quella che oggi viene ricordata come “la tv della realtà.”
É grazie ad Angelo Guglielmi, infatti, se abbiamo potuto vedere in onda programmi come Samarcanda, Blob, Telefono giallo, Quelli che il calcio, La tv delle ragazze, Avanzi, Mi manda Lubrano, Chi l’ha visto?, Ultimo minuto o Un giorno in pretura. Michele Santoro, Serena Dandini, Fabio Fazio, Piero Chiambretti, Giuliano Ferrara e Daniele Luttazzi, oltretutto, sono grandi personaggi, adesso a noi molto noti, certo, ma che sono stati lanciati proprio da Angelo Guglielmi.
Addio ad un intellettuale del ‘900
Ed ecco che, oltre al grande servizio per la televisione italiana, non mancano i suoi contributi al mondo della cultura e della letteratura. É stato membro del Comitato di consulenza dell’Enciclopedia del cinema edita dall’Istituto della Enciclopedia Italiana dal 2001 al 2004. Ha avuto collaboratori, amici e conoscenze che erano al centro della storia ‘900 così come la raccontiamo oggi nei manuali di storia e di letteratura. Infatti, il suo nome spicca tra i fondatori del collettivo letterario neo-avanguardista Gruppo 63. Con lui ovviamente c’erano anche Umberto Eco, Edoardo Sanguineti, Beniamino Placido e Alberto Arbasino. Le riviste per cui ha scritto Guglielmi sono ad oggi innumerevoli. Di sicuro, se si vogliono citare i quotidiani, sappiamo che ha scritto per Paese Sera e per il Corriere della Sera.
Un intellettuale a tutto tondo, Guglielmi. Per anni è stato critico letterario per L’Espresso e si è mostrato all’avanguardia fino alla fine. In tarda età, infatti, Guglielmi ancora non si fermava. Si aggiornava e, negli ultimi anni di vita, scriveva su un blog sul sito internet de Il Fatto Quotidiano.
Oggi a Roma si è spenta una leggenda e un esempio per tutti noi ma, l’Italia può consolarsi tornando indietro nel tempo attraverso le sue parole, i suoi libri e può ricordarlo con affetto, dedicandogli i meritati omaggi. Una cosa è certa. Grazie alle sue opere e a tutti i cambiamenti da lui apportati, come tutti i grandi, Angelo Guglielmi non morirà mai.