Stupro Stresa, una ragazza di vent’anni è stata violentata in spiaggia. Tra i quattro indagati anche un’amica della vittima.

Stupro Stresa, indagata amica della vittima

Una ragazza è stata aggredita dagli amici a Stresa, in una spiaggia. Le sue dichiarazioni: “Mi tenevano ferma a terra”.

Aveva trascorso l’intero sabato sera con gli amici, a bere e a ballare tra i locali delle sponde del lago Maggiore che costeggia Stresa, cittadina di meno di 5 mila abitanti del Verbano, in Piemonte. 

Subito dopo, gli attimi di felicità con gli amici si sono trasformati in una vera tragedia: una violenza sessuale di gruppo. Lo stupro è avvenuto sulla spiaggia del lido, in corso Umberto I, proprio davanti ai più grandi hotel simbolo della città.

Per attendere l’alba insieme i ragazzi si erano distessi sulla sabbia, “un po’ per riprendersi dopo aver alzato troppo il gomito e forse anche per aver assunto qualche sostanza stupefacente”. Ma purtroppo i ragazzi, tra i 19 e i 25 anni, residenti di Stresa ma, come la vittima, di origini sudamericane, a un certo punto si sono avventati sulla ragazza, violentandola.

La ricostruzione

Come riporta un articolo del corriere della sera, secondo la ricostruzione della giovane c’era chi la teneva a ferma a terra, immobile. Chi le bloccava i polsi. E, a turno, chi ne abusava. Violenze ripetute più e più volte. Con i tre uomini c’era anche l’amica che fino a qualche minuto prima aveva scherzato e riso con lei. La sua posizione non è però ancora chiara agli occhi degli inquirenti. Si sta cercando di capire se anche lei abbia partecipato alle violenze, trattenendo per esempio la vittima, oppure non sia riuscita semplicemente a intervenire per fermare il gruppo degli aggressori. Saranno le indagini a chiarire la sua posizione. Tutti e quattro per ora sono stati iscritti nel registro degli indagati.

L’accusa per loro è quella di violenza sessuale in concorso tra più persone. I carabinieri di Stresa, che indagano sul caso, nei giorni scorsi, dopo una settimana di silenzio e di accertamenti serrati, hanno bussato alle porte delle rispettive abitazioni per ascoltare la loro versione dei fatti.

La vittima

E’ stata la vittima a sporgere la denuncia dopo due giorni. All’inizio i ricordi della giovane erano annebbiati e confusi; sentiva solo male al basso ventre ma non era stata in grado di dare delle spiegazioni a quel dolore. Poi ha iniziato a ricordare e tra la vergogna di raccontare quanto le era successo e la paura di non essere ascoltata e creduta, ha deciso dopo un paio di giorni di raccontare: “Mi hanno violentata, a turno”.

I carabinieri l’hanno accompagnata in ospedale per le cure necessarie e accertamenti, anche di carattere tossicologico, del caso. Una visita che ha accertato che quelle lesioni erano compatibili con una violenza sessuale. 

“Come amministrazione rispettiamo la richiesta di silenzio arrivata dalla Procura per permette di poter portare avanti le indagini — dice la sindaca di Stresa Marcella Severino —. Attendiamo che venga fatta chiarezza su quanto successo”.