Si conclude nel peggiore dei modi la lite familiare tra nonno e nipote: l’anziano 78enne è infatti deceduto all’ospedale di Pescara dopo le violente percosse ricevute dal nipote che non aveva gradito il rimprovero sull’uso del cellulare. Grande sgomento nella comunità di Bucchianico, teatro della tragedia.
Pescara, nonno e nipote vivevano insieme in un contesto familiare delicato
Non ce l’ha fatta il 78enne di Bucchianico, comune alle porte di Chieti, deceduto all’ospedale di Pescara per le violente percosse subite dal nipote di 15 anni. Un vero e proprio massacro alla cui base ci sarebbe lo smartphone, lo stesso oggetto con cui l’adolescente avrebbe ripreso il momento delle violenze: dai filmati, immediatamente sequestrati dalle forze dell’ordine, si vede il ragazzo scagliare addosso al nonno una serie di oggetti pesanti o contundenti, tra cui un aspirapolvere e una sedia.
Trasportato d’urgenza all’ospedale di Pescara, il 78enne è giunto al presidio ospedaliero già in gravissime condizioni, con molteplici fratture su tutto il corpo, in particolare al volto e alle costole. Da capire se il giovane soffrisse di disturbi psichiatrici, l’unica certezza è che si trovava sotto la vigilanza dei Servizi Sociali del comune di Bucchianico. Stando alle prime informazioni raccolte, il 15enne era ormai prossimo per essere internato in un centro di recupero, prima che sfogasse rabbia e frustrazione contro l’anziano. Alle spalle una storia familiare difficile di cui nessuno parla volentieri, certamente non era la prima volta che manifestava sintomi analoghi legati a scatti d’ira. Fortunatamente la nonna era riuscita a mettersi in salvo e a chiamare il 112, assistendo inerme al massacro del marito. Al momento il ragazzo è ricoverato al Policlinico di Chieti e sarà arrestato per omicidio.
C’è grande dolore per la tragedia, a partire dal sindaco di Bucchianico Carlo Tracanna:
“Già ieri ero rimasto sconvolto quando ho saputo dell’accaduto, ma sapere che il nonno era deceduto è stata una mazzata. Una tragedia immane di fronte alla quale c’è un grande senso di impotenza, ci si chiede se si fosse potuto evitare. Fatti come questo dovrebbero insegnarci ad affrontare sempre i problemi, io personalmente ho notato che la famiglia aveva rifiutato ogni aiuto dalla comunità negli ultimi tempi”