Il lavoro nero e sottopagato è una piaga sociale e che riguarda il mondo del lavoro che, pur esistendo da molti anni, sta diventando in questo periodo di forte attualità ed interesse, soprattutto da parte della politica e del giornalismo.
Sarà per la questione relativa al costo delle pizze che vengono vendute da Briatore, il quale ha denunciato i prezzi che ci sono a Napoli ed in Campania; sarà per le varie proposte di abolizione del Reddito di Cittadinanza; sarà per la categoria dei ristoratori che si lamentano che i giovani non vogliono lavorare.
Ma tanto è che queste tematiche sono ad oggi decisamente al centro dell’attenzione da parte di tutte le tipologie di persone: dai più giovani ai più anziani, fino ad arrivare alla politica e, ovviamente, alla malavita.
Ma al di là di tali questioni, se ti trovi in questa situazione allora ti spiego brevemente che cosa devi fare per poter sporgere denuncia.

Che cos’è il lavoro nero e sottopagato: quando può considerarsi tale

Sia il lavoro nero che il lavoro sottopagato (ovviamente anche quando entrambi coesistono) sono ritenuti illegali dalla normativa nazionale.
Il secondo viene adottato molto spesso dai datori di lavoro che assumono un dipendente senza fargli un apposito contratto e pagandolo senza una busta paga oppure senza emettere alcuna ricevuta o fattura.
Questa ipotesi è quella specifica del lavoro in nero, il quale viene sempre più utilizzato in Italia dagli imprenditori ed il quale arriva a “rubare”, per così dire, quasi 100 miliari di euro ogni anno, ovvero il 5% circa del nostro PIL (Prodotto Interno Lordo) nazionale.
Per ricapitolare e per sintetizzare il tutto, ecco quando il lavoro nero e sottopagato può considerarsi tale:

  • quando non viene firmato nessun contratto di lavoro;
  • quando il datore di lavoro non invia nessuna comunicazione al centro per l’impiego e all’Inps;
  • quando il dipendente non riceve la busta paga a fine mese;
  • quando il lavoratore non riceve la Certificazione Unica dal proprio datore di lavoro, entro il 16 marzo dell’anno successivo a quello in cui ha prestato la propria attività lavorativa.

Inoltre, per poter verificare se il proprio lavoro risulta essere legale, si può andare a consultare e a verificare il proprio estratto contro contributivo all’interno dell’apposita sezione presente sul sito Internet ufficiale dell’Inps.

Ecco come sporgere denuncia

Una volta capito facilmente che si sta lavorando in nero oppure dopo un necessario esame di coscienza, si potrà facilmente presentare una denuncia alle autorità, attraverso questi semplici passaggi:

  • recandosi fisicamente presso la Direzione Provinciale del Lavoro oppure inviando una lettera raccomandata con ricevuta di ritorno oppure una pec;
  • raccontare la questione all’Ispettorato del Lavoro;
  • specificare il proprio ruolo, le proprie mansioni, l’indirizzo dell’azienda, la data in cui si è iniziato a lavorare, gli orari di lavoro ed il compenso percepito;
  • allegare e presentare, eventualmente, anche delle prove che possono sostenere quanto si è evidenziato all’interno della denuncia;
  • recarsi presso un’associazione di categoria oppure presso un professionista abilitato per aprire una pratica legale ed avviare una soluzione bonaria o una causa davanti al Giudice del Lavoro.

Un’alternativa all’Ispettorato del Lavoro, invece, è quella relativa alla presentazione della denuncia presso la Guardia di Finanza.

Ecco quali sono i rischi e le sanzioni per il datore di lavoro

I rischi per il datore di lavoro in caso di lavoro nero e sottopagato sono estremamente elevati e le sanzioni che gli vengono inflitte sono contenute all’interno del Decreto Legislativo n. 151 del 14 settembre 2015.
Ecco quali sono le sanzioni, in base ai giorni in cui ha lavorato il dipendente in nero:

  • una multa compresa tra i 1.500 euro ed i 9.000 euro se l’impiego è al massimo di 30 giorni;
  • una multa compresa tra i 3.000 euro ed i 18.000 euro se l’impiego è tra i 31 e i 60 giorni;
  • una multa compresa tra i 6.000 euro ed i 36.000 euro se l’impiego è pari ad un minimo di 60 giorni.