Il Movimento 5 Stelle vota la fiducia e la maggioranza supera indenne il primo voto sul decreto Aiuti ma la tenuta dei pentastellati si misurerà con la votazione al Senato.
Dopo giorni di tensioni e divisioni, la maggioranza supera indenne il primo voto sul decreto Aiuti. La Camera conferma la fiducia posta dal governo con 410 voti favorevoli 49 i contrari e un solo astenuto. E almeno su questo primo voto, dal Movimento 5 stelle non arriva alcuna sorpresa.
I deputati del Movimento 5 Stelle infatti, non si sfilano sulla fiducia e come annunciato dallo stesso leader Giuseppe Conte, rispettano l’indicazione di votare a favore. Le defezioni si fermano a 15 assenti che non hanno partecipato al voto, mentre sono 13 quelli in missione su 104 complessivi che compongono il gruppo. Scorrendo i tabulati, risultano più alte le assenze tra le fila leghiste che in tutto sono state 34 su 131 deputati complessivi, di cui 25 non hanno partecipato al voto e 9 erano in missione.
La tenuta dei 5 Stelle si misurerà soprattutto lunedì, quando la Camera dovrà esprimersi sul voto finale del provvedimento. La linea emersa dopo la riunione dei gruppi pentastellati è quella di astenersi sul voto finale. Ma c’è, nella maggioranza, così come tra i 5 stelle, chi si dice certo che in diversi voteranno a favore anche del provvedimento, spinti dalla necessità di dare l’ok a circa 23 miliardi a sostegno di famiglie e imprese.
Il voto di Lunedì, dunque, offrirà un primo “assaggio” riguardo la compattezza del Movimento sulla linea dura, ma sarà anche una prima cartina di tornasole sulla leadership di Conte verso i gruppi parlamentari. Il vero banco di prova, però, arriverà al Senato, quando l’Aula di palazzo Madama sarà chiamata a votare la fiducia sul decreto Aiuti per il via libera definitivo.
A differenza della Camera, infatti, al Senato non sono previsti due voti distinti, ma un unico voto che raggruppa la fiducia e il voto sul provvedimento. L’ex premier si guarda bene dallo sciogliere subito la riserva anzi, al momento non offre garanzie: “Quando il decreto arriverà al Senato vedremo…”, si limita infatti a dire Conte.
Tensioni nel Movimento 5 Stelle per il decreto Aiuti
Il malessere su alcune norme contenute nel decreto Aiuti continua ad agitare il Movimento e le tensioni sono destinate a proseguire nei prossimi giorni, prima del voto del Senato e in attesa della risposta chiesta da Conte al premier Mario Draghi sulle condizioni poste dal Movimento.
Linea ribadita anche in Aula in dichiarazione di voto sulla fiducia. “La nostra fiducia al governo è sui miliardi che il decreto stanzia”, scandisce, infatti, Luigi Gallo, che poi mette in chiaro: “Noi diamo la fiducia oggi, ma attendiamo delle risposte, ci aspettiamo misure a lungo termine, ci aspettiamo il salario minimo e la conferma del reddito di cittadinanza senza se e senza ma e il superbonus. Sono punti per noi fondamentali per proseguire questa esperienza di governo. Per noi sono condizioni imprescindibili”.
E a difesa del superbonus, punto importante per il Movimento 5 Stelle, torna in campo anche Beppe Grillo, dopo aver difeso il reddito di cittadinanza.
Fortemente critici nei confronti del Movimento 5 Stelle invece sono Italia Viva e Forza Italia, il Movimento sta facendo “uno show indecente sulla pelle degli italiani”, dice Maria Elena Boschi. Mentre per il coordinatore azzurro Antonio Tajani il premier non deve “cedere” agli ultimatum di Conte.
Il segretario del Pd, Enrico Letta, in occasione del voto ha ribadito che “con il Movimento 5 Stelle continua un percorso di discussione sulle cose da fare”, e ha messo in chiaro che per loro “quello che è assolutamente fondamentale in questo momento è far uscire l’Italia e gli italiani dalla situazione di crisi” e per farlo c’è bisogno di un governo che sia nel pieno della sua forza”.