In Italia crescono i contagi e i ricoveri per il Covid, dove sono ben nove le regioni a rischio alto. Numeri che fanno aumentare anche la pressione negli ospedali: aumentano i pazienti nei reparti ordinari, mentre le terapie intensive sono ancora sotto controllo. Da quanto emerge dal report settimanale dell’Istituto superiore di sanità e del ministero della Salute sono le nove regioni a rischio alto: con una circolare il dicastero invita le Regioni a potenziare sia i posti letto che l’assistenza per pazienti affetti da coronavirus, visto l’incremento dei casi nelle ultime settimane.
Covid, quali sono le regioni d’Italia ad alto rischio
In Italia non c’è nessuna Regione classificata a rischio basso: 12 quelle a rischio moderato, di cui due ad alta probabilità di progressione, mentre sono nove le regioni sono considerate ad alto rischio visto le molteplici allerte di resilienza e per non aver raggiunto la soglia minima di qualità dei dati trasmessi all’Iss. Le nove regioni in questione sono Abruzzo, Emilia Romagna, Lazio, Liguria, Marche, Puglia, Toscana – dove il rischio non valutabile, quindi automaticamente equiparato ad alto -, Umbria e Veneto. Tutte le altre sono a rischio moderato, di cui Campania e Sicilia ad alta probabilità di progressione.
Numeri che mettono in allerta il sistema sanitario nazionale, dove già si registra un forte aumento dei ricoveri di persone positive al coronavirus, soprattutto nei reparti ordinari mentre, per ora, nelle terapie intensive è la situazione è sotto controllo.
Brusaferro: “Pressione su terapie intensive ancora contenuta”
Con le nove regioni in Italia ad alto rischio a causa dell’aumento dei casi di Covid, l’attenzione si sposta sugli ospedali dove c’è il rischio di un collasso. Già nei reparti ordinari è aumentata la pressione visto l’alto numero di ricoveri, dove il tasso di occupazione in aree mediche a livello nazionale sale al 13,3%. In aumento ma sotto controllo anche i ricoveri nelle terapie intensive, come spiega il presidente dell’Istituto superiore di sanità (Iss), Silvio Brusaferro:
“A fronte di un numero molto elevato di nuovi casi, la pressione sulle terapie intensive è ancora contenuta. Tra i vari fattori questo è certamente dovuto all’elevata immunizzazione e alla adesione alla campagna vaccinale anti-Covid, con il vaccino che si conferma protettivo nei confronti della malattia grave. Dobbiamo però tenere alta l’attenzione perché con un’alta circolazione del virus il rischio, specie per i più fragili, rimane significativo”
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