Governo a rischio in Senato. I 5 stelle stanno ragionando sull’ipotesi di un “non voto” sulla fiducia a palazzo Madama uscendo dall’Aula. Eventualita’ che, nonostante i numeri sicuri per la maggioranza anche senza il Movimento (207 su 161 necessari), aprirebbe un caso politico senza via d’uscita: sarebbe crisi di governo e forse la fine della legislatura. Dal Colle non trapela nessun commento ufficiale, anche se Mario Draghi confida sulla vigilanza del Quirinale in queste giornate di caos: i contatti telefonici tra i due si sono moltiplicati nelle ultime ore. Tanto che, molto discretamente, i consiglieri del “capo” in queste ore si sono già attivati per un lavoro di “ricucitura” che vede coinvolte anche le piu’ alte cariche dello Stato. Sergio Mattarella tornerà domani a Roma e potra’ far sentire tutto il suo peso nel tentativo di disinnescare mine pericolose per il prosieguo della legislatura.
In caso di crisi di governo divergenze di vedute tra Draghi e Mattarella
C’è però un problema, spiegano ambienti di palazzo Chigi, un problema che non riguarda il presente ma il futuro del Presidente del Consiglio: Mario Draghi, se nei prossimi giorni dovesse terminare la sua esperienza di Presidente del Consiglio, preferirebbe tornarsene a Città della Pieve (l’ex numero uno BCE è ancora disgustato per come è stato trattato dai partiti durante le ultime elezioni del Capo dello stato) anziché rimettere in piedi una nuova maggioranza. Invece, Sergio Mattarella vorrebbe esperire, prima di indire nuove elezioni, un ultimo tentativo per vedere se con un Draghi 2 senza i 5 Stelle fosse possibile arrivare al termine della legislatura. Nel frattempo, rimane in piedi l’ipotesi che i senatori pentastellati abbandonino l’Aula del senato durante il voto della prossima settimana: un escamotage per non dire si’ al dl senza sfiduciare formalmente il governo. Ma il primo partito della maggioranza che esce dall’emiciclo sancirebbe una sfiducia di fatto all’esecutivo.