Dopo l’emergenza epidemiologica che ha colpito il nostro paese, tanti cittadini hanno visto azzerare i propri risparmi per fronteggiare la crisi economica connessa. Si parla quindi di nuovi poveri e di un nuovo ceto medio-basso che ha subito le maggiori difficoltà. I dati relativi al nuovo Rapporto Istat sono impietosi e parlato di un numero di individui in povertà̀ assoluta quasi triplicato dal 2005 al 2021, passando da 1,9 a 5,6 milioni.

Dati relativi al Rapporto annuale dell’Istat

Nell’analisi svolta dall’Istituto Nazionale di Statistica, si parla soprattutto di una nuova categoria creatasi con la pandemia, ovvero i nuovi poveri. La povertà̀ assoluta è tre volte più̀ frequente tra i minori con una percentuale che va dal 3,9% del 2005 al 14,2% del 2021 con una fascia che interessa la fascia tra i 18 e i 34 anni. Per quanto riguarda le famiglie i dati riguardano un numero quasi raddoppiato di soggetti da 800 mila a 1,96 milioni con una percentuale del 25%. Il dato, invece, sulle famiglie con stranieri, disponibile solo a partire dal 2014, segnala come queste ultime presentino livelli di povertà̀ assoluta quasi cinque volte più̀ elevati di quelli delle famiglie di soli italiani. Altra categoria interessata, è quella dei minori. Un milione 382 mila minori, questi sono i numeri relativi allo stato di povertà. Parlando, infine, degli anziani sono 734 mila quelli in una maggiore difficoltà economica.

Le differenze nel nostro paese da nord a sud

Partendo dal Mezzogiorno, in questa porzione d’Italia c’è stata un aumento in termini di percentuale che osservato tra il 2011 e il 2013 vede un aumento percentuale dal 6,1 al 10,6%. Il nord Italia però ha visto anche una crescita nel 2021.

Il reddito di cittadinanza legato al rapporto annuale Istat

Il sostegno a cittadini singoli e famiglie erogate nel 2020, in particolare reddito di cittadinanza e di emergenza, hanno evitato a un milione di individui circa 500 mila di trovarsi in condizione di povertà assoluta. L’intensità della povertà, senza sussidi, nel 2020 sarebbe stata di 10 punti percentuali più elevata, raggiungendo il 28,8%. Questi i dati conclusivi del Rapporto stilato dall’Istat.