Istat: crollo delle nascite in Italia. L’istituto di statistica, nel su Rapporto annuale 2022 certifica uno dei problemi più importanti e forse più sottovalutati, quello del calo demografico nel nostro paese: “Il crollo delle nascite si è protratto nei primi sette mesi del 2021 per poi rallentare verso la fine dell’anno”. Lo rileva l’Istat nel capitolo “Le conseguenze demografiche” del Rapporto Annuale 2022. Secondo i dati provvisori per il primo trimestre 2022, a marzo il calo raggiunge il suo massimo (-11,9% rispetto allo stesso mese del 2021).
Istat: crollo delle nascite in Italia
L’Istat si sofferma poi su una comparazione in ambito europeo dove si evince che “Spagna e Italia non hanno ancora recuperato il calo della natalità del 2020 – si legge nel rapporto -. In Francia, dopo la riduzione osservata tra il 2015 e il 2020, nel 2021 le nascite sono state 3 mila in più. In Germania, a un calo dei matrimoni nel 2021 è corrisposto un balzo nel numero dei nati, il più alto dal 1997”
Calo delle nascite nelle coppie italiane e straniere
La diminuzione complessiva delle nascite è attribuibile prevalentemente al calo dei nati da coppie di genitori entrambi italiani, pari a 313 mila e 700 nel 2021,oltre 147 mila in meno rispetto al 2011. Anche i nati da genitori stranieri (80 mila nel 2012) diminuiscono fino a 56 mila e 700, risultando più penalizzati dalla diffusione della pandemia: tra il 2020 e il 2021 il calo è cinque volte superiore a quello dei nati italiani.
All’opposto aumentano le nascite fuori dal matrimonio, soprattutto negli anni della pandemia: 159.453 nel 2021, ossia 25 mila in più rispetto al 2011 e 106 mila in più nel confronto con il 2001.
Italia sempre più anziana
Sempre più anziani e sempre meno neonati in Italia. Lo certifica sempre il rapporto annuale dell’Istat, secondo cui all’1 gennaio 2022 l’indice di vecchiaia – rapporto percentuale tra anziani di 65 anni e più e giovani di età inferiore a 15 anni – è pari a 187,9%, aumentato in vent’anni di oltre 56 punti. Gli over 65 sono 14 milioni 46 mila a inizio anno, 3 milioni in più rispetto a venti anni fa e pari al 23,8% della popolazione totale: nel 2042 saranno quasi 19 milioni, il 34% della popolazione.