La guerra in Ucraina giunge al 135° giorno, un passaggio per certi versi storico visto che segna la presenza ufficiale di Sergey Lavrov al G20 in programma in Indonesia. È infatti la prima volta che la Russia è presente a un incontro istituzionale di tale rilevanza dall’inizio del conflitto.
Guerra in Ucraina, le notizie del 135° giorno
Ecco le notizie aggiornate di venerdì 8 luglio:
Boris Johnson ringrazia Zelensky: “Sei un eroe”
Sul versante istituzionale ucraino, le principali figure del Paese hanno ringraziato Boris Johnson per il prezioso supporto offerto in questi mesi di guerra, all’indomani delle sue dimissioni in UK. Gia ieri Podolyak, portavoce di Zelensky, aveva espresso gratitudine a BoJo per la sua costante vicinanza a Kiev:
“Ho parlato con il presidente Zelensky per riaffermare il continuo sostegno del Regno Unito all’Ucraina: forniremo assistenza vitale alla difesa per tutto il tempo necessario. Grazie per la tua amicizia, Vladimir, sei un eroe, tutti ti amano”
Boris Johnson, ex primo ministro britannico
“Le dimissioni del primo ministro britannico Boris Johnson non influenzeranno il sostegno del Paese all’Ucraina. Il L’Ucraina non perderà consensi, perché il Regno Unito non è solo Boris. Sebbene Boris sia unico e abbia nutrito una sincera simpatia per l’Ucraina”
Pavlo Klimkin, ex ministro degli Esteri ucraino
“Le dimissioni del primo ministro britannico Boris Johnson non cambieranno la politica del Paese nei confronti dell’Ucraina. Indubbiamente, durante questa guerra, Boris Johnson si è dimostrato una persona coraggiosa. Sarà difficile da sostituire, non ci sarà mai una persona come lui. Ma sono convinto che chiunque diventi Primo Ministro della Gran Bretagna non cambierà la politica britannica e resterà invariato il sostegno all’Ucraina. Coopereremo con loro e loro ci forniranno aiuto”.
Dmytro Kuleba, ministro degli Esteri ucraino
Intanto l’Ucraina rischia di perdere un alleato prezioso come la Germania, gravemente affetta da problemi interni legati al taglio energetico. Il ministro della Difesa Christine Lambrecht è stata molto chiara a riguardo:
“Sosteniamo l’Ucraina con tutto ciò che possiamo e lo facciamo in modo responsabile. Ma dobbiamo anche garantire la capacità di difesa della stessa Germania. È irresponsabile depotenziare il nostro esercito, soprattutto nello scenario attuale”.
Lavrov al G20: “Non forzeremo colloqui con nessuno, pronti a cooperare sul grano”
Come detto in apertura si aprono oggi i lavori del G20 e c’è grande curiosità per capire come verrà trattato il ministro degli Esteri russo Sergey Lavrov. Già al suo arrivo a Bali è stato accolto con una domanda a bruciapelo sulla guerra in Ucraina, che lui ha tranquillamente evitato. Lavrov è stato il primo ad arrivare, seguito dal segretario di Stato Usa Antony Blinken. Sono molti i diplomatici che hanno ignorato il funzionario russo durante le foto di rito prima della riunione, ma lui non si è scomposto:
“Non ho invitato nessuno a farsi fotografare. Incontro con Blinken? Non rincorreremo nessuno ma non abbiamo tagliato i contatti per i negoziati. Se i paesi occidentali vogliono sconfiggere la Russia sul campo di battaglia allora non c’è nulla di cui parlare con loro, perché in questo modo non si consente all’Ucraina di avanzare nel processo di pace”
Lavrov ha incontrato gli omologhi dell’Argentina e dell’India in separata sede, tuttavia non ha mancato di parlare delle dimissioni di Boris Johnson:
“Boris Johnson durante il suo mandato ha dimostrato di essere un uomo che insegue l’onda degli eventi e si aggrappa al potere. Mentre parlava di isolare la Russia, il suo partito lo stava isolando. Per quanto riguarda il grano bloccato nel Mar Nero, la Russia è pronta a trattare con i colleghi ucraini e turchi attraverso l’intervento dei propri militari, ma le responsabilità di una crisi alimentare ricadono solamente sull’Occidente”.
Guerra in Ucraina, Zelensky: “Pronti a riprenderci anche la Crimea”
Tornando all’Ucraina, nel suo tradizionale videomessaggio serale il presidente Volodymyr Zelensky è tornato alla carica affermando di volersi riprendere anche la Crimea dopo aver conquistato l’Isola dei Serpenti:
“Coloro che sono condannati a strisciare non toglieranno nemmeno l’Isola dei Serpenti a coloro che sono destinati a volare. Ecco perché la bandiera blu e gialla è tornata sull’isola, e un giorno sarà sicuramente sulla penisola, così come in tutte le nostre città e villaggi occupati, mentre il nostro inno nazionale sarà suonato in ognuna di esse”.
Sul campo la situazione è particolarmente calda in Donbass, ma le notizie principali arrivano da Kherson in vista del referendum per l’annessione alla Federazione Russa. Sui muri della città campeggiano insulti all’occupante, segnale che le acque sono ancora agitate dopo oltre due mesi di sottomissione. Infine, il consigliere Arestovich ha risposto alle pesanti dichiarazioni di Vladimir Putin di ieri:
“La Federazione Russa non solo non ha appena iniziato, ma è già al capolinea. Tutti questi tentativi sono molto brevi, credo che in un mese e mezzo vedranno la loro avanzata fermarsi del tutto. Putin sta cercando di fare bella figura in una pessima situazione, consapevole dei fallimenti dell’esercito russo in Ucraina”
Prosegue intanto il percorso di ricostruzione economica dell’Ucraina. La BERS, ossia la Banca dei Paesi in via di sviluppo, prevede di investire almeno un miliardo di euro in Ucraina entro la fine dell’anno. Al contempo, tuttavia, secondo Bloomberg l’Unione Europea avrebbe momentaneamente congelato 1,5 miliardi di euro di prestiti a Kiev temendo lo spettro default causato dalla guerra in Ucraina.
SEMBRA CHE A PAGARE MAGGIORMENTE X LE SANZIONI IMPOSTE ALLA RUSSIA,SIA PROPRIO LA UE,COMANDATA DAGLI USA E DA BUROCRATI ARROGANTI ED IGNORANTI