Accadde oggi, 8 luglio 1978: Sandro Pertini Presidente della Repubblica Uomo politico nato a Stella (Savona) nel 1896 e morto a Roma nel 1990, Sandro Pertini venne eletto settimo Presidente della Repubblica al sedicesimo scrutinio, con 832 voti su 995. Iscritto al Partito socialista unitario dal 1924, Pertini fu incarcerato e confinato durante il fascismo. Partecipò alla Resistenza e fu tra i massimi dirigenti del Comitato di liberazione nazionale dell’Alta Italia.
Accadde oggi, 8 luglio 1978: Sandro Pertini Presidente della Repubblica
Sandro Pertini promosse la ricostruzione del Partito socialista e fu sostenitore dell’unità delle sinistre. Più volte direttore dell’Avanti! (1946-47, 1949-51). E ancora: deputato alla Costituente, senatore (1948-53), deputato dal 1953 e presidente della Camera (1968-76). Pertini salì al Colle dopo le dimissioni di Giovanni Leone e l’uccisione di Aldo Moro a opera delle Brigate Rosse. Sandro Pertini del mandato presidenziale diede un’interpretazione attiva e dinamica nella soluzione di alcune crisi di governo, sviluppando a volte un’efficace interlocuzione diretta con la nazione.
Altri passaggi salienti della vita di Sandro Pertini
Dottore in legge e scienze sociali, Pertini partecipò giovanissimo alla Prima guerra mondiale come tenente dei mitraglieri. Nel primo dopoguerra, da socialista, fu tra gli animatori dell’antifascismo ligure. Venne condannato dal regime di Mussolini una prima volta nel 1925 per aver redatto e diffuso un opuscolo antifascista. Poi, nel 1927, subì un’ulteriore condanna per aver favorito l’espatrio di Filippo Turati in Francia dove lo stesso Pertini si trasferì. Tornato in Italia venne riconosciuto e arrestato nell’aprile 1929. Il Tribunale speciale lo condannò a 11 anni di reclusione; ne scontò 7 in carcere e poi venne confinato a Ponza e Ventotene.
La liberazione e la vita repubblicana di Pertini
Liberato nell’agosto 1943 con Nenni e Saragat, Sandro Pertini ricostituì il Partito socialista e combatté nella difesa di Roma a Porta S. Paolo. Nell’ottobre 1943 venne arrestato dalle SS e condannato a morte, ma, nel gennaio 1944 evase dal carcere romano di Regina Coeli e si trasferì a Milano dove fu tra i massimi dirigenti del Comitato di liberazione nazionale dell’Alta Italia, e tra gli organizzatori dell’insurrezione dell’aprile 1945. Tra i suoi scritti più famosi spicca: il memoriale “Sei condanne, due evasioni” (1970). Inoltre, nel 2012 un’ampia selezione di testi e discorsi dell’uomo politico è stata pubblicata a cura di P. Pierri con il titolo “Gli uomini per essere liberi”.