A poche ore dalle dimissioni di Boris Johnson il web, soprattutto di matrice anglosassone, si scatena dando sfogo alla satira e alla creatività per creare il primo blocco di reazioni alla clamorosa notizia. Arrivano più con il contagocce i commenti dal mondo politico nazionale e internazionale, con il conflitto Russia e Ucraina sullo sfondo.
Dimissioni Boris Johnson, Russia e Ue esultano, l’Ucraina teme perdita dell’alleato
Non tardano ad arrivare le reazioni post dimissioni di Boris Johnson da primo ministro del Regno Unito. Tra chi esulta in maniera ironica sul web c’è chi lo fa in maniera molto più interessata: è il caso della Russia, con la Duma che etichetta Bojo quale “clown”:
“Il primo è andato. Il logico risultato dell’arroganza britannica e della politica mediocre promossa in questi anni, soprattutto sulla scena internazionale. P.S. Attendiamo notizie da Germania, Polonia e Stati baltici”
Dmitry Medvedev, capo della sicurezza di Mosca
“Al primo ministro Boris Johnson non piace la Russia e a Mosca non piace il premier britannico”
Dmytro Peskov, portavoce ufficiale del Cremlino
Ma anche il fronte ucraino, che probabilmente teme di perdere un importante alleato, fa sentire il suo ringraziamento a Johnson:
“Essere un leader capace di definire “malvagia” l’azione della Russia, un leader capace di fare decisioni drastiche in momenti di emergenza, uno dei primi leader a visitare Kiev durante gli attacchi missilistici: grazie Mr Johnson”:
Mykhailo Podolyak, portavoce ufficiale di Zelensky
In Italia la situazione è più calma, con il Partito Democratico unica voce ufficiale a prendere posizione sul tema. Il segretario Enrico Letta pubblica la prima pagina dell’Economist, a tema ironico-satirico, mentre Peppe Provenzano si scatena sulla tastiera:
“Voleva fare Churchill, e invece tra scandali e dimissioni finisce l’era di Boris Johnson durata fin troppo. Il lascito? Il disastro sociale nella pandemia, la separazione dall’Ue, aver chiuso le frontiere all’asilo contro i diritti umani. Non era bizzarro, era reazionario”.
Sul fronte interno, fioccano commenti di ogni genere e forma, il più condiviso e commentato è a opera del programma serale “Bbc Newsnight”, che di fatto celebra il funerale di Johnson con i nomi dei deputati che hanno tolto la loro fiducia.
In ballo la procedura d’infrazione per la questione Irlanda Del Nord
Decisamente più corposo il volume di dichiarazioni dai membri dell’Unione Europea:
“Il regno di Boris Johnson finisce in disgrazia, proprio come il suo amico Donald Trump. La fine di un’era di populismo transatlantico, le cose possono solo migliorare“.
Guy Verhosftadt, ex premier belga
“Il suo populismo non ci mancherà, dopo il Partygate, i gravi scandali che hanno colpito i conservatori, il tentativo di sfiducia da parte dei suoi deputati e le sconfitte elettorali nelle suppletive, finalmente dovrà farsi da parte“.
Brando Benifei, capogruppo PD al Parlamento Europeo
“Il mandato di Johnson ha portato le relazioni tra UE e Regno Unito ai minimi storici. Le sue dimissioni, attese da tempo, devono segnare una svolta, biosgna smettere di bruciare i ponti con noi e iniziare a costruirli“
Iratxe Garcia, presidente S&D al Parlamento Europeo
Al centro della questione tra Londra e Bruxelles c’è la decisione del governo Johnson di non ritirare il progetto di legge che andrebbe a riscrivere unilaterlamente le condizioni del commercio tra Gran Bretagna e Irlanda del Nord, violando il protocollo che è parte dell’accordo di recesso tra UE e Regno Unito. Dopo la decisione della Commissione di riattivare la procedura d’infrazione, dall’altra sponda della Manica è arrivata una risposta di totale chiusura: non solo la proposta non è stata ritirata, ma martedì scorso la Camera dei Comuni l’ha approvata