Assemblea dopo assemblea i 5 Stelle alzano il prezzo della loro permanenza al governo giocando ai due poliziotti, quello buono e quello cattivo. Anche nell’ultima assemblea, quella terminata stanotte, è emersa la voglia dei parlamentari M5S, soprattutto dei senatori, di abbandonare la nave del governo Draghi. E non è un caso perché se sarà “Draghicidio” è al Senato che avverrà. Tanto per capirci: Conte alla Camera voterà la fiducia a Draghi perché ha mezzo gruppo parlamentare che non controlla. E quindi non può fare diversamente. Poi sul provvedimento, si asterrà o voterà contro. Lo scherzetto, Conte lo farà invece al Senato dove non c’è un doppio voto come alla Camera. Al Senato i 5 Stelle potrebbero non votare la fiducia a Mario Draghi. Conte personalmente non vuole uscire dal governo perché sarebbe la fine della sua carriera politica (bye bye sogni di tornate a palazzo Chigi) e della sua reputazione internazionale (come potrebbe giustificare agli occhi di Bruxelles e Washington di essere stato lui il “Bruto” ad aver fatto fuori il Cesare/Draghi?) ma i suoi vice e i suoi consiglieri (soprattutto quelli esterni al Movimento) lo stanno spingendo fuori dal governo.

Conte teme che Di Battista possa sfilargli il partito

Altro problema per Conte è Alessandro Di Battista. L’avvocato del popolo ha paura che se il Movimento andasse all’opposizione o alle elezioni anticipate Di Battista finirebbe con lo sfilargli il partito. Per la gioia dei tanti consiglieri dell’avvocato del popolo. D’altra parte Di Battista è moto più bravo di “Giuseppi” a fare opposizione.