Oggi si è tenuta la seconda udienza del processo a carico di Ciro Grillo e dei suoi tre amici, accusati a vario titolo di violenza sessuale. Il figlio dell’ex Leader del Movimento 5 Stelle non era presenta in aula. Sono stati, invece, ascoltati 8 testimoni e sono state acquisite anche nuove chat.

“Sono stata una stupida”

Una delle chat portate in aula durante la seconda udienza del processo che vede tra gli imputati il figlio di Grillo recita: 

“Ho fatto una ca… Poi ti racconterò. Ero ubriachissima” 

E prosegue 

“Sono stata una stupida, merito quattro schiaffi”

Il messaggio è stato scritto da una delle due amiche ed il destinatario è il maestro di kitesurf. La giovane pare avesse stretto un buon rapporto con il suo istruttore, tanto da confidarsi e da cercare in lui un sostegno morale. 

La vicenda 

Durante la notte tra il 16 e 17 luglio 2019, tra 5 e le 9 del mattino, quattro amici, tra i quali il figlio di Beppe Grillo, avrebbero abusato di due giovani ragazze. Quest’ultime erano state invitate nella casa in Sardegna di Ciro, a Porto Cervo per trascorrere un po’ di tempo insieme. Una delle due ragazze ha denunciato di aver subito violenze sessuale proprio quella notte.

Gli inquirenti hanno interrogato i vicini di casa, ma hanno dichiarato di non aver sentito nulla di strano.

L’accusa: “Non c’era consenso”

Secondo l’Avvocato Bongiorno, da sempre in prima linea contro la violenza sulle donne, mancava il consenso della ragazza:

Non si può fare sesso se l’altra persona non presta consenso o il consenso è viziato. Inoltre, per l’avvocato Bongiorno, la testimonianza dei vicini è irrilevante, perché “non è uno stupro avvenuto in strada.

La difesa: “L’udienza di oggi è stata utile”

La terza udienza è stata fissata il prossimo 21 settembre. L’avvocato Antonella Cuccureddu, uno dei difensori di Francesco Corsiglia, ha dichiarato:

Quella di oggi è stata un’udienza molto utile. Le dichiarazioni dei vicini di casa di Grillo e le spiegazioni dei pubblici ufficiali che hanno svolto accertamenti e indagini confermano l’impianto difensivo sulla innocenza dei nostri assistiti.