Il maxi processo per la tragedia del ponte Morandi di Genova coinvolge ben 59 imputati ritenuti responsabili del collasso del viadotto della A10. Omicidio colposo plurimo, omicidio stradale, crollo doloso, omissione d’atti d’ufficio, attentato alla sicurezza dei trasporti, falso e omissione dolosa di dispositivi di sicurezza sui luoghi di lavoro: sono questi i capi d’accusa sui quali si concentreranno le udienze.
La posizione dei pubblici ministeri
Per i pubblici ministeri Massimo Terrile e Walter Cotugno, buona parte degli imputati immaginava che il ponte sarebbe potuto crollare ma non fecero nulla. Aspi e Spea sono uscite dal processo patteggiando circa 30 milioni.
In udienza preliminare il giudice aveva accolto circa 200 parti civili. Alla prima udienza potrebbero essercene altrettante a chiedere di partecipare al dibattimento. Tra questi anche il Comitato Ricordo vittime del ponte Morandi, escluso dal gup.
Tra chi presenterà l’istanza ci saranno anche i titolari delle aziende che hanno subito, dopo il crollo, un calo del fatturato o un aumento dei costi ma che non rientravano nella zona rossa (sono le attività del Comitato zona Arancione). Per quanto riguarda i privati, ci saranno tutti quei cittadini che hanno subito una perdita di valore del proprio immobile.
Il procuratore Pinto: “No alla spettacolarizzazione del processo Morandi”
Il presidente del Collegio giudicante ha concesso riprese per soli dieci minuti e solo alla prima udienza per “evitare una spettacolarizzazione che potrebbe non rendere sereno e regolare lo svolgimento delle udienze”. Motivazione respinta e criticata dall’Ordine e sindacato dei giornalisti che hanno organizzato una manifestazione per oggi davanti al tribunale per dire “no a limiti al diritto di cronaca e al diritto dei cittadini a essere informati”.
Secondo il procuratore Pinto non c’è alcuna lesione del diritto di cronaca:
Vi è differenza tra diritto di cronaca, garantito, e spettacolarizzazione. Il processo potrà essere seguito, non possiamo pensare a una giustizia chiusa dentro il palazzo. Però è anche vero che un processo di questo genere, con mille occhi puntati, rischia di essere completamente deformato dalla presenza costante di telecamere.