È “tregua armata” tra Matteo Salvini e Giancarlo Giorgetti. Il leader leghista è a dir poco irritato dalle parole pronunciate dal capo del Mise circa le ‘cattive’ influenze anti-governative del “cerchio magico” del Capitano. Tra i due, Salvini e Giorgetti, i rapporti sono ormai ridotti ai minimi anche se i due preferiscono dissimulare ed è persino stata concordata una nota da far diffondere dalla “comunicazione del ministro”. Salvini e Giorgetti, si legge nel testo, “hanno rinnovato e confermato, in questa delicata fase politica, che la Lega e’ compatta e prosegue nella linea decisa nel corso della riunione di lunedi’ scorso in via Bellerio nell’esclusivo interesse degli italiani e coerentemente con le battaglie del partito”. Tradotto significa che il confronto e’ aperto nel partito e gli incarichi dei ministri sono nelle mani al segretario.
Ma qual è il “Giorgetti pensiero”? In questa fase, nessuno sembra stare ‘comodo’ in questo governo, ne’ i 5 stelle, ne’ il Pd, ne’ la Lega, e’ il ragionamento che si fa dalle parti dell’uomo di Cazzago Brabbia. Tutti i partiti che sostengono l’esecutivo stanno perdendo consensi ma non per questo ci si puo’ lasciare andare a scelte irresponsabili. Parole e ragionamenti che Matteo Salvini non sembra apprezzare affatto. Anzi, lo vede come un vulnus tanto per il partito quanto per la sua leadership. Tanto più che la Lega versa in un momento di grave difficoltà. I sondaggi sono pessimi e si teme che il partito possa scendere al 10% subito dopo l’estate. Non un buon viatico in vista delle elezioni previste (salvo crisi di governo) per il prossimo anno.
Dopo che la c.d. Lega d’Italia è fallita miseramente (per fortuna, dico io), Giorgetti and company si devono decidere: prima delle prossime imminenti elezioni politiche devono costituire una CSU a nord del Po. La nuova formazione dovrà allearsi con il PD e i Centristi vari federati da Sabino Cassese e formare un Governo a guida Draghi per i prossimi 5 anni.