In questi giorni in Parlamento si sta discutendo dello Ius scholae, argomento di dibattito tra le varie forze politiche del nostro Paese. Tra i non sostenitori di questa proposta di legge c’è anche il leader della Lega Matteo Salvini che, inoltre, si dice contrario a concedere la cittadinanza a tutti quei giovani stranieri che fanno parte delle baby gang. Per avvalorare la sua tesi si è affidato al video dell’aggressione subita di una 15enne italiana a Riccione.

Salvini: “Ius scholae? No cittadinanza italiana a giovani criminali”

La posizione di Matteo Salvini sullo Ius scholae è diametralmente opposta a quella di PD e Movimento 5 Stelle. Ed è proprio a loro che il leader del Carroccio pone la domanda se sia giusto dare la cittadinanza italiana ai giovani stranieri del nostro Paese che commettono reati. Con il quesito diretto all’opposizione, Salvini allega anche il video di una 15enne di Riccione insultata e aggredita da un gruppo di ragazzi stranieri. Questo è ciò che scrive il segretario della Lega su Twitter come didascalia del filmato:

“Domanda per Pd e 5Stelle: quanto meritano la cittadinanza italiana queste giovani criminali? Per me la vedono con il binocolo! Dopo i fatti di Peschiera, l’orrore organizzato dalle baby gang di stranieri a Riccione. Iniziano a girare i video su internet: qui una 15enne viene aggredita con calci e pugni dal branco al grido di ‘Italiana del ca**o’ e ‘Riccione come l’Africa’”

https://twitter.com/matteosalvinimi/status/1544699942568169474?s=20&t=7aU-mPNxInbMfa8Eqm5NTg

La risposta della Lamorgese: “Problema baby gang non circoscritto a integrazione stranieri”

Per Matteo Salvini le baby gang sono per lo più di stranieri, per questo dare a questi giovani la cittadinanza italiana tramite lo Ius scholae non è accettabile. Al leader della Lega risponde la ministra dell’Interno Luciana Lamorgese, intervenuta al question time alla Camera, affermando che il problema delle baby gang non è riconducibile all’integrazione degli stranieri:

“Il fenomeno delle baby gang non può essere circoscritto a un problema di integrazione stranieri per la semplice ragione che non di rado queste bande giovanili sono formati da soggetti autoctoni. Il fenomeno rientra nella più amplia casistica della devianza giovanile, problema comune a tante società avanzate e con molteplici cause. Dobbiamo essere consapevoli che la risposta delle istituzioni non può limitarsi ad un intervento puramente repressivo ma deve orientarsi anche verso la prevenzione, con adeguate politiche di riduzione del disagio sociale e di promozione di una cultura del rispetto

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