Torna nelle serate del 12, 14, 18, 19 e 21 luglio, giunto ormai alla sua ventunesima edizione, uno degli appuntamenti più attesi dell’estate capitolina: il Festival Letterature, ospitato come di consueto nello splendido scenario dello Stadio Palatino. La manifestazione, organizzata dall’Istituzione Biblioteche di Roma Capitale, vanta una fitta rete di collaborazioni ed assume quest’anno un significato simbolico, che si cela già nel titolo “Tempo nostro”, omaggio a Proust nel centenario della sua morte. Le novità del Festival, i temi scelti per questa edizione, gli autori protagonisti e tanto altro: ne parliamo con Simona Cives, responsabile della Biblioteca Casa delle Letterature di Roma e curatrice del programma delle cinque serate.
L’intervista
Letterature – Festival Internazionale porta quest’anno il titolo “Tempo nostro”. Qual è il significato di questa ventunesima edizione? Ci sono novità rispetto alle precedenti?
Il tema di questa ventunesima edizione, “Tempo nostro“, è fortemente legato al racconto del contemporaneo. Declinato da artisti e ospiti di fama internazionale, “Tempo nostro” è uno sguardo al presente con occhi nuovi, è il desiderio di proiettarci verso il futuro con un cambio di prospettiva, ma è anche un omaggio a Marcel Proust, nel centenario della sua morte, e dunque un invito a riappropriarci di ciò che abbiamo perduto.
Rispetto alle edizioni precedenti ci sono alcune novità. Prima fra tutte il taglio fortemente internazionale degli autori presenti a questa ventunesima edizione di Letterature. Tanti saranno gli scrittori provenienti da ogni parte del mondo, pluripremiati e apprezzati dalla critica, alcuni dei quali diventati oggi dei veri e propri ‘classici’; altri, più nuovi per il lettore italiano, e che racconteranno, tutti, proustianamente, il tema del tempo come di un tempo ritrovato.
Altra novità sarà quella della danza e della musica dal vivo, che accompagneranno la lettura degli inediti. Coreografi e performer disegneranno una cornice all’interno della quale si muoveranno i corpi, intesi come possibilità di superare i propri confini, ridisegnando il modo di pensare e di pensarci. Lo spazio concepito per questa edizione vede l’ausilio di varie postazioni che, situate ad altezze diverse, consentiranno un alternarsi di musicisti, artisti, autori che, insieme, comporranno un unico evento dal ritmo mutevole, esaltato da un disegno di luci.
Come saranno declinate le cinque serate?
Il programma delle cinque serate, che prevede la lettura di inediti e performance artistiche in un dialogo tra le diverse arti espressive, sarà declinato in cinque temi: Relazioni, Identità, Futuro, Confini, Tempo.
La prima serata di martedì 12 luglio è inaugurata dallo scrittore spagnolo pluripremiato Javier Cercas, seguito dal tre volte finalista al Booker Prize Andrew O’ Hagan, dalla vincitrice del Premio per l’Unione europea per la letteratura Emmanuelle Pagano e dal vincitore del Premio Strega 2022. La performance artistica è affidata a Michela Lucenti/balletto civile con Fratelli, liberamente ispirato alle meravigliose “Fantasie” di Henry Purcell, e alla musica live di Raffaele Rebaudengo (gnu quartett).
La seconda serata di giovedì 14 luglio è aperta dalle poesie di Dacia Maraini e dall’inedito del due volte vincitore del Premio Pulitzer Colson Whitehead, e poi la scrittrice canadese Rivka Galchen e infine Katie Kitamura, finalista al National Book Award 2021. La performance artistica è affidata a Salvo Lombardo+Daria Greco /Chiasma con bit by bit e alla musica live di Erika Galli.
La terza serata di lunedì 18 luglio è dedicata all’anniversario della morte di Marcel Proust con due inediti, quello del Premio Strega Alessandro Piperno e quello della scrittrice kenyana Khadija Abdalla Bajaber, accompagnati dalle letture della Recherche di Laura Morante. Intervengono anche il Premio Biblioteca de Narrativa Colombiana Patricia Engel, lo scrittore greco Petros Markaris e lo statunitense David Leavitt. La performance artistica è curata da Teodora Castellucci/Dewey Dell con Ora stridente di Dewey Dell, la musica live è di Demetrio Castellucci.
La quarta serata di martedì 19 luglio ospita l’inedito del Premio Herralde de Novela Guadalupe Nettel, quello di Arturo Pérez-Reverte, membro della Reale Accademia di Spagna, tradotto in più di quaranta lingue, di Valeria Parrella e di Nicolas Dauplé, nipote di Irène Némirovsky e custode delle sue opere. La performance artistica è di Alessandro Sciarroni con Orlando’s version e la musica live di Rodrigo D’Erasmo (Afterhours).
La serata conclusiva di giovedì 21 luglio inizia con il racconto della finalista al Man Booker Prize Deborah Levy, prosegue con i racconti di Mircea Cărtărescu, pluripremiato e maggior romanziere di lingua romena, e con i racconti di Ben Pastor, Premio Flaiano 2018. Conclude il Festival il Premio Strega Antonio Scurati. La performance artistica è di Michele di Stefano/mk con Canti dell’immediatezza e la musica live è di Amir El Saffar.
Come è stata effettuata la scelta degli autori e delle autrici?
Nel lavoro di costruzione del programma si è cercato di dare una panoramica più ampia possibile di quanto viene prodotto in letteratura in Europa e nel mondo, con attenzione particolare sia per autori noti e divenuti ormai classici, ma anche per altri tradotti per la prima volta per il pubblico italiano, e che possono essere di sicuro interesse per le lettrici e i lettori.
Il Festival si inserisce a pieno titolo nell’ambito dell’Estate Romana ed è ospitato non a caso nella cornice d’eccezione dello Stadio Palatino. Com’è stato accolto fin ora dai cittadini romani?
Il Festival Letterature è ormai uno degli appuntamenti più attesi della programmazione culturale dell’Estate Romana. Come ha già dichiarato l’Assessore alla Cultura Miguel Gotor, cinque serate dedicate alla grande letteratura italiana e internazionale in uno dei luoghi più belli di Roma sono davvero un privilegio per chi le organizza e per chi le segue dal vivo. “Tempo Nostro” sarà un’occasione unica per riappropriarci di una dimensione collettiva della letteratura a cui la pandemia, in questi anni, ci ha costretto a rinunciare.
Nella Recherche Proust scrive: “La lettura ci insegna ad accrescere il valore della vita, valore che non abbiamo saputo apprezzare e della cui grandezza solo grazie al libro ci rendiamo conto”. È in questo modo, forse, che la letteratura si collega al tempo e alla vita: permettendoci di recuperare quanto abbiamo perduto. È d’accordo?
Certamente, il titolo del Festival è un chiaro richiamo non solo al tempo attuale, caratterizzato da pandemie, disastri climatici e guerre, ma anche alla Recherche e ad un tempo ritrovato. E la letteratura, ancora una volta, si confermerà come grande interpretazione della vita.
La foto in evidenza è di Rino Bianchi.