Uno studio di Confartigianato svela numeri e dettagli della crisi idrica dovuta alla siccità, indicando i punti deboli e gli impatti che l’assenza di piogge sta causando all’intero settore agroalimentare. Il tutto mentre da Nord a Sud è boom di ordinanze comunali contro gli sprechi d’acqua.
Siccità, Confartigianato pubblica anche i dati di dispersione idrica
Sono oltre 70mila le imprese artigiane flagellate dalla crisi idrica dovuta alla siccità: lo rivela Confartigianato pubblicato i dati di uno studio più approfondito volto a esaminare il fenomeno. Circa il 60% delle aziende agricole in difficoltà si trova in quelle regioni che hanno ottenuto lo stato di emergenza dal governo, ossia Emilia-Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lombardia, Piemonte e Veneto.
Tra i settori che più patiscono la poca disponibilità di acqua figurano il comparto estrattivo, seguito da tessile, petrolchimico, farmaceutico, gomma, materie plastiche, vetro, ceramica, cemento, carta e prodotti in metallo. Confartigianato denuncia inoltre il calo del 40% della produzione idroelettrica nel primo semestre 2022, unito alla dispersione idrica che è poi il vero nocciolo della questione: il 36% dell’acqua immessa viene dispersa per l’anzianità e la scarsa efficienza delle infrastrutture.
Un valore che raddoppia in alcune città come Chieti, maglia nera con il 71,7%, seguita da Latina, Belluno e Siracusa. Il comune più virtuoso è Macerata, 9,8%, seguito da tanta Lombardia (Pavia, Como e Milano) oltre che da Biella, Livorno e Pordenone.
In arrivo una campagna di comunicazione promossa dal Governo
In attesa che Palazzo Chigi si riunisca per discutere di siccità in maniera concreta, è allo studio una campagna di comunicazione e sensibilizzazione promossa dal Governo insieme alla Protezione civile. Un piccolo decalogo per ricordare le buone abitudini che dovrebbero essere sempre adottate, indipendentemente dall’emergenza che l’Italia sta affrontando in questo momento. Per la sua diffusione al pubblico, si prevede l’integrazione di canali offline e online, con l’obiettivo di raggiungere quanto più pubblico possibile.
In media ogni italiano consuma circa 250 litri al giorno, ma dove si può intervenire con piccoli gesti ma efficaci? Nel decalogo dovrebbero comparire gli usi domestici (rubinetti, condizionatori, cassette wc, pulizie, innaffiatoio, acqua di cottura, doccia), dove la parola d’ordine deve essere “riutilizzo”.
Colarullo (Utilitalia): “Siamo un popolo di consumatori idrici, col Pnrr si acceleri sulle infrastrutture”
Sul tema dell’emergenza siccità si prodiga quotidianamente anche Utilitalia, la Federazione delle imprese di acqua, ambiente ed energia. In un’intervista, il direttore Giordano Colarullo traccia il quadro attuale con le possibili soluzioni da adottare:
“Ci troviamo di fronte a un fenomeno strutturale causato dall’assenza di piovosità e nevosità unita a temperature elevate. E la risposta deve essere coordinata, ampia e infrastrutturale, oltre che multisettoriale. Negli ultimi tempi si discute molto delle perdite idriche, bisogna considerare che grazie agli investimenti passati e in programma grazie al Pnrr ci sarà un netto salto in avanti. Inoltre, l’emergenza siccità colpisce quelle aree dove la dispersione è più bassa“
Per sopperire parzialmente al problema è necessario sfruttare il riuso delle acque depurate. Si tratta di acque utili ad alimentare i grandi fiumi ma che potrebbero essere stoccate in presenza di pioggia o neve. L’Italia ha depuratori di ottima qualità che generano circa 9 miliardi di metri cubi di acqua ogni anno, ma se ne riusano solo 233 milioni, con buona pace degli agricoltori a cui farebbe invece molto comodo”