Scomparse in Italia l’8 luglio 1822, il poeta britannico Percy Shelley, che del Bel Paese aveva fatto la sua terra d’elezione. Dopo il bicentenario della morte di Keats celebrato nel 2021 si va quindi, quest’anno, verso quello di Shelley: un’occasione per ricordare la vita e le opere di uno dei principali esponenti del Romanticismo inglese.
Percy Shelley, una breve biografia
Nato nel 1792 a Sussex, in Inghilterra, da una famiglia molto influente dell’aristocrazia rurale del luogo, Percy Bysshe Shelley studiò in strutture molto prestigiose, come l’Eton College e l’Università di Oxford. Nonostante la sua notevole capacità di apprendimento, gli anni universitari furono per lui un inferno: insofferente ai programmi educativi, preferiva le solitarie passeggiate in campagna. Fu espulso all’età di diciannove anni a seguito della pubblicazione di un opuscolo dal titolo “Necessità dell’ateismo“. Avrebbe tuttavia potuto essere riammesso grazie all’intervento del padre, se avesse rinnegato il credo dichiarato nei suoi scritti: si rifiutò, il che portò ad una rottura totale tra lui e la figura paterna. Poco dopo fuggì in Scozia con una giovane studentessa, Harriet Westbrook e la sposò nel 1811 (con lei più tardi ebbe anche dei figli). Iniziò in quegli anni una vita irregolare e vagabonda, nel corso dei quali si innamorò di quella che, più tardi, sarebbe diventata la sua seconda moglie e la madre di altri due figli: Mary Shelley. Per la sua condotta e le sue idee rivoluzionare fu condannato dalla società inglese benestante e decise quindi di trasferirsi in Italia, allora meta vagheggiata da tutti i poeti romantici, dove scrisse le sue opere più importanti.
Percy Shelley, pensiero e opere
Tra i massimi esponenti della poesia inglese insieme agli amici Keats e Byron, Shelley espresse in maniera magistrale il pensiero romantico, incessantemente in preda ad emozioni contrastanti che oscillavano tra gioie e disperazioni. Noto per il suo temperamento ribelle e per le sue idee anticonformiste, si distinse per le sue opinioni sociali e politiche radicali e in netta opposizione alle norme sociali esistenti della sua epoca. Per questo motivo la sua opera, non molto apprezzata in vita, ottenne il dovuto riconoscimento soltanto dopo la sua morte, diventando un modello per le generazioni successive di scrittori e poeti. Tra i componimenti più famosi si ricordano “Prometheus unbound“, in cui il poeta ha ricreato a modo suo il mito di Prometeo , rappresentando simbolicamente la vittoria dell’eroe greco su Giove come la vittoria finale dell’amore sull’odio, della libertà sulla tirannia e sull’oppressione, e “Ode to the west wind“, in cui il tema centrale è quello della rinascita che segue la morte, in un ciclo continuo in cui a trionfare è la vita.
Il becentenario della morte e gli eventi in programma
L’8 luglio 1822, a poco meno di un mese dal suo trentesimo compleanno, Shelley salpò da Livorno per fare ritorno a Villa Magni, a San Terenzo Lerici, dove risiedeva con la moglie Mary. A causa del cattivo tempo la nave fu inghiottita dal mare e il poeta non giunse mai a destinazione. Dopo il bicentenario della morte di Keats celebrato lo scorso anno, nel 2022 cade quindi quello di Shelley. Per l’occasione, la Keats-Shelley House di Roma, in collaborazione con la fondazione gemella di New York, ospiterà proprio l’8 luglio una lettura online globale del Trionfo della vita, ultimo poema incompiuto di Shelley. La lettura farà parte di un evento della durata di due ore, che inizierà alle ore 19, legato alla presentazione del poema e sarà seguita da una tavola rotonda sugli ultimi giorni di Shelley in Italia, concludendosi con una video storia. Si tratterà di un’occasione unica per rivivere, attraverso il ricordo, la vita e le opere di uno dei poeti più significativi di sempre.