Come già annunciato ieri dal presidente della provincia autonoma di Trento, Maurizio Fugatti, e dal governatore regionale del Veneto, Luca Zaia, proseguono le ricerche dei dispersi sulla Marmolada. Il bilancio delle ultime ore conferma 7 decessi e fa scendere a 13 il numero dei “reclamati”, un turista austriaco è stato infatti portato in salvo: solamente 3 vittime sono però state identificate, ecco le loro storie.
Marmolada, la storia di Paolo Dani, una vita spesa per la montagna
Dietro i nomi delle vittime, travolte da un blocco di ghiaccio spesso 30 metri sulla Marmolada, c’è la passione comune per la montagna e per l’alpinismo, un’esperienza che crea legami fraterni. Il primo a essere riconosciuto è stato Paolo Dani, 52enne operatore del Soccorso Alpino attivo a Verona ma residente a Valdagno, in provincia di Vicenza. L’escursionismo era la strada che aveva battuto sin da piccolo, ma che continuava a tenerlo incollato come una calamita, la voglia di aiutare gli altri e di continuare a imparare, ad aggiornarsi. Come molto spesso accade in questi frangenti, sono le persone a lui più vicine a tracciare il quadro della sua persona:
“Perdiamo un fratello, una persona che abbiamo avuto modo di conoscere nel profondo dopo un lavoro fianco a fianco durato anni. Il suo impegno quotidiano verso la sicurezza del prossimo era qualcosa di incredibile, sapere che non c’è ci rende tutti molto scossi”.
Adriano Valerio, Presidente del Soccorso Alpino di Verona
“Per me era più di un collega, la montagna era la nostra grande passione e lui non perdeva mai occasione di raccontarmi aneddoti e lezioni sulle sue escursioni in alta quota. Penso che nessuno si immaginasse di ricevere una notizia simile, anche se tutti noi siamo consapevoli dei rischi che corriamo ogni giorno. Posso solo dire che se ne è andato uno dei migliori”
Marco Manzini, operatore del Soccorso Alpino di Verona
Paolo Dani lascia una compagna, Giulia, e la figlia Marcella di 14 anni. Insieme a loro anche due fratelli, Lino e Daniele, e la sorella Rosilda.
Vicenza in lutto, piange anche Filippo e Tommaso
Un triste comune denominatore delle vittime è la provenienza: tutti sono originari della provincia di Vicenza, anche Filippo Bari, 27 anni di Malo. Nonostante la giovane età il dipinto della personalità di Filippo ricalca quello di Paolo Dani, animato dalla passione per le grandi vette:
“Insieme a Filippo siamo usciti per andare sul monte Vioz solo una settimana fa. Ciò che più mi ha stupito negli anni in cui ha frequentato il nostro Cai (Club Alpino Italiano) era il suo sorriso sincero, la sua voglia e, ovviamente, la sua passione. Aveva in programma di partecipare a una ferrata sul Monte Rosa la prossima settimana”.
Alberino Cocco, responsabile Cai di Malo
Molti quotidiani hanno ripostato il selfie di Filippo mentre “annunciava” ai follower la sua ultima scalata, quella alla Marmolada poi finita in tragedia. Un dolore troppo grande per le comunità di Malo e di Isola Vicentina, dove il ragazzo era cresciuto:
“Lo ricordo quando era piccolo e giocava fuori dal negozio dei genitori, sempre allegro e solare. So che si era trasferito a Malo per gestire in maniera indipendente un piccolo ferramenta. C’è profonda tristezza per ciò che il destino gli ha riservato”
Francesco Enzo Gonzo, sindaco di Isola Vicentina
Anche Filippo lascia la compagna e un figlio di appena un anno
L’ultima vittima accertata e identificata è Tommaso Carollo, 48 anni, export manager di Thiene. Appassionato di natura e montagna, un passato da scout, era molto conosciuto nel mondo alpino vicentino. Lascia un figlio di 9 anni che stava iniziando alla passione delle escursioni:
“Le più sentite condoglianze ai famigliari di Tommaso Carollo, deceduto durante un crollo di una lastra di ghiaccio sulla Marmolada. In particolare, ci uniamo al dolore del papà Ivano”
Roberto Berti, sindaco di Zané