Sin da quando è iniziata l’invasione in Ucraina la Russia ha messo a dura prova i rapporti con i Paesi neutrali lungo il fronte (vedi Svezia e Finlandia) e tra questi c’è sicuramente la Bulgaria. Stando a quanto comunicato da alcuni tabloid di matrice sovietica, Mosca starebbe finanziando una serie di diplomatici di Sofia per diffondere idee pro-Cremlino al suo interno.
Russia-Bulgaria, storia di un dissidio acuito dalla guerra in Ucraina
La notizia ha del clamoroso e dimostrerebbe l’intento da piovra della Russia, impegnata ad allungare i suoi tentacoli sul passato: uno di questi avrebbe agganciato da dietro la Bulgaria, che da quando è iniziato il conflitto ha manifestato un aperto dissenso nei confronti delle posizioni di Mosca. Ma secondo i tabloid Euractiv e Politico, tra i più importanti quotidiani in materia di politica europea, il Cremlino starebbe lavorando dall’interno per creare frizioni politiche all’interno del Parlamento di Sofia.
Una mossa preventivabile ma accertata solamente ora dai servizi segreti bulgari, i quali avrebbero per le mani le prove che una serie di personalità influenti (giornalisti, diplomatici, politici) spingerebbero di proposito la propaganda russa in cambio di una cospicua somma di denaro. L’ultima escalation di violenze verbali tra i due Paesi ha riguardato l’espulsione di 70 funzionari russi dal suolo bulgaro, con l’ambasciatrice di Mosca che ha minacciato la chiusura dell’ambasciata. Un braccio di ferro tutto al femminile che vede al timone il primo ministro Lena Borislavova:
“Tutti voi, che sputate sull’Unione Europea e sulla Nato e supportate l’operato di Putin, dovreste sapere che siete stati scoperti. La vostra propaganda mascherata è stata portata alla luce del giorno, per voi ci saranno conseguenze durissime”.
I bulgari sono divisi, così come il governo
Il problema per il governo bulgaro è che tale azione di disturbo sembra aver fatto germogliare il seme del dubbio: gran parte della popolazione preme per l’uscita dalla Nato e per lasciar cadere ogni proposito di adesione all’Ue, cercando dunque un riavvicinamento con la Casa madre.
“Il sistema mediatico bulgaro è ormai ricco di disinformazione. In questo modo diventa difficile per i cittadini bulgari distinguere le fake news dalla verità, certamente la vicinanza culturale con la tradizione sovietica gioca un ruolo predominante”.
Georgi Goriev, Euractiv
Per dare un’idea delle difficoltà interne, il ministro della Difesa di Sofia non ha mai condannato l’attacco ucraino della Russia e non è il solo a esprimere questo punto di vista. Il presidente Petkov cerca di tenere saldo il comando delle operazioni, tuttavia è circondato da franchi tiratori che preferirebbero mantenere lo status quo altamente corrotto della classe politica.