Non è vero che il Palio di Siena è immutato nei secoli. Ha attraversato guerre e pandemie, monarchia e repubblica e le regole e le consuetudini sono cambiate interpretando e accogliendo nuove sensibilità come la salvaguardia dei cavalli. A restare immutati sono lo spirito dei contradaioli, l’autentica passione, la fierezza dell’appartenenza resi più forti dopo lo stop della Festa nel 2020 e nel 2021 a causa del Covid.
Per i senesi il 2 luglio e il 16 agosto sono giorni diversi rispetto a quelli dei cittadini italiani, sono i quattro giorni del Palio. Negli ultimi due anni sono stati, invece, come quelli di tutti gli altri, passati al mare o in montagna, in collina o nelle città d’arte. Ma nel 2022 il Palio è tornato. Ha vinto il Drago con il cavallo Zio Frac e il fantino sardo-tedesco Giovanni Atzeni detto Tittia e, con le immancabili discussioni, la carriera dedicata alla Madonna di Provenzano va in archivio.
Spunta l’avatar, gemello di Franco Masoni, telecronista della Festa da 45 anni
Per gli appassionati delle curiosità paliesche durante l’edizione del 2 luglio 2022 è stato presentato un avatar di ultima generazione capace di rispondere alle domande di chi vuol saperne di più. Dietro alla realizzazione di quest’innovazione c’è la mano dei professionisti di QuestIT, impresa specializzata nello sviluppo di tecnologie proprietarie d’intelligenza artificiale. L’avatar è il gemello virtuale di Franco Masoni, da 45 anni telecronista del Palio per l’emittente privata Canale 3 Toscana, sia dal punto di vista facciale ed espressivo sia a livello vocale attraverso la tecnologia di voice cloning. Secondo il sito specializzato SpotandWeb, l’avatar di Masoni è in grado di riconoscere le emozioni della persona con la quale sta interagendo: ciò è possibile dando all’avatar l’autorizzazione ad accedere alla fotocamera del device con cui si è deciso di effettuare la conversazione.
Insomma il Palio galoppa verso il futuro ma nulla sostituirà l’emozione di una passeggiata non virtuale sul tufo della Piazza del Campo o quella di una cena in contrada nei giorni della Festa.
Stefano Bisi