Confronto Draghi-Conte. Sono queste le ore decisive per la tenuta del Governo, messo sotto torchio dai malumori nel M5s dopo l’addio di Luigi Di Maio.

L’appuntamento tra il premier e il leader del Movimento 5 stelle è fissato alle ore 16.30. Palazzo Chigi aspetta questo incontro per fare delle valutazioni e capire il da farsi. La domanda che corre senza freni rimane la stessa. I pentastellati resteranno al governo o usciranno dalla maggioranza garantendo comunque un appoggio esterno?

La crisi, che nasce a seguito dei dissidi scaturiti dalle rivelazioni del sociologo Domenico De Masi, secondo cui il premier avrebbe chiesto al fondatore del Movimento (Beppe Grillo) la rimozione di Giuseppe Conte dalla presidenza del partito, potrebbe vedere un suo snodo questo pomeriggio a seguito di un chiarimento Draghi-Conte. I due avranno un faccia a faccia dopo diversi giorni di colloqui telefonici e smentite generali.

Confronto incontro Draghi-Conte. Cosa c’è da sapere

Nessuna previsione e nessuna indicazione sugli eventuali punti di scontro/incontro tra le richieste del movimento grillino e le vedute del capo del governo. Una strada tracciata e condivisa con i partiti da qui a fine 2022 c’è: dall’applicazione del Piano nazionale di Ripresa e Resilienza, all’attuazione di riforme indispensabili. Questa la base da cui partire.

«Ci aspettiamo che il premier ci ascolti e consideri le nostre istanze», dicono i contiani. Lo spettro di una crisi aleggia sempre. Il presidente del Movimento scioglierà gli ultimi dubbi con il consiglio nazionale, ma da fonti interne fanno sapere che l’incontro sarà «franco e diretto». Conte, chiariscono «ha intenzione di chiedere un segno tangibile di ascolto» del Movimento. Il leader M5S ha chiari i nodi evocati dal capo dello Stato nel colloquio al Quirinale, ma i falchi contiani hanno ribadito anche nelle ultime ore che «la responsabilità non può essere a senso unico».

Sullo sfondo rimane quindi l’incognita dell’uscita dall’Esecutivo per un eventuale appoggio esterno. Una fine verso il quale stanno spingendo molti del M5s. Un processo che minerebbe le fondamenta della tenuta del governo e della legislatura stessa. Se il movimento farà un passo indietro, l’unica strada sarà quella della fine del governo e del probabile scioglimento anticipato delle camere.

Dal Pd, intanto, il monito di Dario Franceschini, ministro della cultura: se il movimento prediligerà l’appoggio esterno la parola chiave sarà fine del governo e “impossibilità di andare insieme alle elezioni”.

Aggiornamenti in vista dell’incontro Draghi-Conte

Poco fa il leader del M5S Giuseppe Conte è stato fermato dai giornalisti ma alla domanda “L’incontro con Draghi slitterà?”, Conte non ha risposto.