La notizia della separazione di Tamberi da suo padre nelle vesti di allenatore coglie tutto il mondo dell’atletica in contropiede. Eppure, l’azzurro ha chiarito la propria posizione in un lungo comunicato stampa in cui si è confessato spiegando i motivi della rottura. C’è molta tensione intorno a questo tema anche perché Gimbo tra pochi mesi dovrà esibirsi ai Mondiali di Eugene e in tanti pensano che questa decisione possa comprometterne l’esito.

Non sembra così, invece, stando alle parole di Tamberi che ha così parlato della vicenda:

È una decisione che stavo considerando da tempo, perché in questi anni di collaborazione a grandi risultati si sono alternate altrettanto grandi divergenze. Questa scelta alla vigilia dei Campionati del Mondo, presa con doverose cautele e un pizzico di coraggio, nasce dall’analisi della stagione fin qui disputata. Siamo ben al di sotto delle aspettative tecniche e c’è stato uno scambio di opinioni su cosa non stesse funzionando fin qui nella preparazione, ed è emersa una diversità di vedute.

Quanto proprio ai prossimi mondiali invece, Gimbo ha detto:

Non voglio in alcun modo compromettere la gara più importante dell’anno, insistendo su una strada che non ritengo giusta, e mangiarmi le mani a posteriori per non avere avuto il coraggio di prendere in mano la situazione. Questo c’è alla base della mia decisione.

Tamberi guarda oltre il padre: le sensazioni sul nuovo allenatore

Mentre ancora non è chiaro chi prenderà il posto di suo padre nelle vesti di allenatore, Gimbo ha dichiarato di essere molto sereno per gli scenari futuri. Alla domanda sulle possibili tensioni in gara vista l’assenza di suo papà, Tamberi ha risposto:

Non mi spaventa il fatto di essere affiancato in pedana da un altro allenatore, è già successo molte volte in questi anni, per diversi motivi, e questa evenienza non mi ha mai precluso la possibilità di fare prestazioni di alto livello (due record italiani, best 2,38 mt, ndr), altrimenti non avrei mai fatto questa scelta. La mia priorità attuale è sistemare il problema fisico che ho alla gamba di stacco, unico eventuale impedimento alla possibilità che io superi misure competitive nella sfida mondiale di Eugene.

Infine, un tentativo di voltare già pagina guardando ai prossimi impegni:

Ora concentrerò tutte le mie energie sull’obiettivo iridato, senza distrarmi su quale potrà essere la figura tecnica che mi affiancherà post 2022 nella preparazione della stagione successiva. Gareggiare supervisionato da un altro allenatore non è un azzardo, nella nostra disciplina il coach è essenziale in tutte le fasi di allenamento e programmazione, in gara sono gli automatismi e le sensazioni dell’atleta a essere i veri fattori determinanti ai fini della performance. Sono un agonista e calcolo ogni rischio.