E’ morto Peter Brook, mito del palcoscenico e meraviglia del teatro mondiale. Nato il 21 marzo 1925 ha vissuto una vita all’insegna del sipario, calcando i palchi di tutto il mondo con il suo lavoro e il suo charme. Scompare all’età di 97 anni, lasciando un vuoto incolmabile nel cuore degli appassionati del genere teatrale di Peter Brook. Basterebbe ricordare il suo ‘Marat-Sade‘ di Weiss a metà anni ’60 e poi il colossale ‘Mahabarata‘, spettacolo per Avignone del 1985 poi divenuto anche film e recentemente graphic novel. “La corda tesa è l’immagine che meglio rappresenta la mia idea di teatro”, dichiarava, aggiungendo “non voglio insegnare nulla, non sono un maestro, non ho teorie“.

Peter Brook è morto e ha lasciato un percorso storico di rilievo, soprattutto per chi si accinge a studiare l’arte teatrale, dai giovani agli adulti. La sua vita ha sempre avuto come unico obiettivo quello della gestione dell’impressione, il suo pilastro narrativo. L’obiettivo di Brook, nel suo narrato, è stato quello di far scattare negli appassionati la fantasia, quella scevra dai condizionamenti esterni. Parliamo di quello che per lui è stato un punto di partenza, fino a renderlo passaggio essenziale di ogni sua tappa. “Lo spirito, questa materia immateriale impossibile da giustificare e da mostrare, è l’unica giustificazione per l’evento teatrale”, così parlava Peter Brook.

Peter Brook è morto ma dietro ha lasciato una grande eredità

Brook si è sempre impegnato per riuscire a far scomparire in scena ogni artificio, per far sì che il diaframma tra la vita e l’arte venisse superato, praticamente annullando il concetto di finzione davanti alla rivelazione di una verità esistenziale profonda. Così con lui il teatro diventava esperienza intima collettiva di vita, perchè “quando un gruppo di persone è riunito per un evento molto intenso, che deve esprimere tutto ciò che in poesia un grande autore può dare, lo spirito diventa tangibile come è tangibile che quest’impressione non si può avere in solitudine e il suo senso per tutti è che la vita può essere vissuta”.