Si riducono i limiti al reddito di cittadinanza dopo che il centrodestra ha presentato un emendamento al Dl Aiuti per considerare valido nel conteggio il rifiuto a un’offerta di lavoro da parte di un privato. Non è bastato il voto contrario del Movimento 5 Stelle.
Reddito di Cittadinanza, anche il Pd sostiene l’emendamento presentato dal centrodestra
Maglie più serrate per chi percepisce il reddito di cittadinanza. E’ infatti passato alla Camera un emendamento al Dl Aiuti presentato dal centrodestra che prevede di conteggiare nel computo dei rifiuti anche un’offerta di lavoro congrua promossa da un privato.
L’aggettivo “congruo” riferito a un’offerta di lavoro fa sì che i beneficiari del Rdc siano costretti ad accettarne almeno una su tre, solo però in caso sia stato sottoscritto il Patto per il lavoro: un percorso di accompagnamento e di inserimento guidato nel mondo lavorativo. In caso di rifiuto da parte una proposta da privati, questi ultimi comunicano il “no” a centro per l’impiego che avrà valore nel possibile iter di decadenza del sussidio. Spetta al ministero del Lavoro definire le modalità di comunicazione e di verifica della mancata accettazione
I dati Inps certificano un calo generale, ma non al Sud
Nel frattempo l’Inps ha pubblicato i dati relative alle domande per il reddito di cittadinanza nel 2022. E’ boom di richieste dal Mezzogiorno, +15% rispetto al 2021 con poco meno di mezzo milione di moduli. Un trend inverso a quello che si registra nel resto d’Italia, il particolare al Nord (-19%). A maggio circa 250mila persone hanno terminato il vincolo dei 18 o 36 mesi, contribuendo al calo generale, tuttavia l’80% ha già ripresentato la domanda e dunque è lecito attendersi un aumento nel prossimo bollettino.
La situazione aggiornata parla di 1 milione di famiglie beneficiarie, di cui il 63% nel Mezzogiorno. La Campania e la Sicilia trainano la locomotiva con il 21,9% e il 19% delle richieste, a testimonianza di come sia tangibile lo squilibrio tra le due parti del Paese. Dati confermati anche dall’Istat sulla povertà, in crescita al Sud (ora al 10% a fine 2021) e in calo al Nord (6,7%). Molti di loro sono nuclei unifamiliari (47%) oppure con minori a carico (41%).
La Lombardia dice addio ai navigator
Un’ulteriore prova della diversità di scenari è data dalla Lombardia, che ha deciso di licenziare tutti i navigator a partire dal 1 agosto. Una decisione univoca rispetto ad altre Regioni in cui è stata concessa una proroga trimestrale. Protestano le sigle sindacali che definiscono “sconcertante” la scelte di Palazzo Lombardia, oltre al fatto che in questo modo verranno disperse le competenze acquisite dai cacciatori di lavoro. Il Pirellone è convinto e motiva il dietrofront sottolineando di voler abbattere personalmente il precariato.