Ci mettono poche ore a finire in tendenza le parole di Kim Jong-un, il leader della Corea del Nord, a proposito della diffusione del covid-19 nel Paese. In breve, Pyongyang attribuisce la responsabilità del virus a “oggetti estranei”, in particolare a palloncini provenienti dai cugini della Corea del Sud.
Corea del Nord, Kim Jong-un continua a definire il covid una “febbre” e rifiuta i vaccini
Fanno sorridere gli utenti di Twitter i tentativi di giustificazione del covid-19 in Corea del Nord da parte di Kim Jong-un. Il leader di Pyongyang ha infatti sempre sminuito l’ondata pandemica da quando scoppiò nella vicina Wuhan, prima che un tornado di contagi si abbattesse sulla popolazione nordcoreana causando migliaia di infezioni.
Dopo due mesi di lotta costante con il nemico invisibile, l’agenzia di Stato KCNA diffonde un messaggio del presidente alquanto singolare e simpatico: il virus è stato portato al Nord da oggetti estranei, ossia da palloncini che gli attivisti per i diritti umani di Seul usano per contestare le condizioni disumane applicate dal regime di Kim. Per dare valore alle sue affermazioni, il dittatore asiatico ha inviato una lettera ai militari dell’area al confine con il Sud avvisando di prestare la massima attenzione.
Non è tardata la risposta della Corea del Sud, tramite il ministero per l’Unificazione delle due Coree: una lettera ironica e al tempo stesso tecnica e ricca di valenze scientifiche. Intanto il Nord continua a fronteggiare l’epidemia, seppur la curva si stia flettendo. Nelle ultime 24 ore, riferite alla giornata di venerdì, circa 4.500 casi che portano il totale delle infezioni a 4,7 milioni. Al momento le agenzie di stampa parlano di 73 decessi accertati, anche se dall’esterno c’è grande perplessità sui metodi di rilevazione adottati. Con ogni probabilità i dati trasmessi vengono manipolati a scopo di propaganda dal regime di Kim, che intanto continua a rifiutare i vaccini e gli aiuti umanitari proposti in varie occasioni da altri paesi.